Insieme su pianeti diversi: Asl e associazioni di categoria dicono tutto e il contrario di tutto. Dopo l’incontro avuto ieri, e sul quale il manager, Ferdinando Romano, ha espresso “una valutazione positiva, un momento di confronto di idee e di opinioni che, anche se diverse, sono sempre espressione dell’univoca volontà di garantire l’interesse dei cittadini”, assicurando che i Nuclei di Cure Primarie non saranno toccati e miliamilioni di investimenti sul personale e Case di Comunità, arriva la secca smentita o comunque la diversa interpretazione di chi la sanità territoriale la fa sul territorio.
“Probabilmente i componenti della direzione strategica e della direzione funzionale della Asl 1 ieri hanno partecipato a una riunione diversa da quella alla quale ho partecipato io – commenta Vito Albano, segretario provinciale della Federazione medici di medicina generale -. La realtà dei fatti è molto diversa da quella che si vuol far passare perché non è stato detto che i nuclei di cura primaria non funzionano come un reparto ospedaliero il quale, in carenza di personale, può continuare la sua attività, in quanto inserito in una realtà ospedaliera vasta e strutturata. L’esistenza dei nuclei primari è invece strettamente collegata al personale medico che vi lavora: anche se non dovessero chiudere fisicamente, se due medici massimalisti che vanno in pensione non vengono sostituiti, i pazienti (tremila persone) restano senza servizio. Indipendentemente dal fatto che chiudano o meno il problema non è affatto risolto, perché senza medici i nuclei sono un castello vuoto”. Senza contare, dicono i medici, che la chiusura fisica dei Nuclei di cure primarie è messa nero su bianco nel bilancio 2023-2025 della stessa Asl.
Sbigottiti, i medici, su tutta la linea, anche su quella della capienza destinata all’associazione dei medici, quella che la medicina territoriale, specie nelle aree interne, dovrebbe garantirla, con la Asl che sta ancora cercando di capire quale sia, nonostante le ripetute richieste e le proteste dei camici bianchi.
“La Asl continua a giocare sugli equivoci gettando fumo negli occhi dei cittadini – conclude la Federazione dei medici -. Siamo stanchi di questo tira e molla, di rincorse a vuoto. Vogliamo fatti; li vogliono in primo luogo i cittadini e le cittadine che ogni giorno devono combattere per curarsi e ai quali la sanità pubblica locale deve fornire risposte concrete e rapide”.
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