Roccaraso, sindaco calunniato: libertà vigilata per Amicone

Libertà vigilata per Alessandro Amicone, ex vicesindaco di Roccaraso, implicato nell’inchiesta giudiziaria in merito alla calunnia nei confronti dell’attuale primo cittadino roccolano, Francesco Di Donato. La pena è stata inflitta dal Tribunale di Sorveglianza dell’Aquila quest’oggi.

Tre anni fa, Amicone venne condannato a tre anni di reclusione dal Tribunale di Sulmona. Una pena alleviata in Appello prima e in Cassazione poi, arrivando a due anni e sei mesi. Pena che non potendo essere sospesa ha portato il magistrato di sorveglianza ad optare per la libertà vigilata. Misura comunque ristrettiva sugli orari di uscita di Amicone dalla propria abitazione.

L’ex vice sindaco, nel 2021, aveva depositato all’autorità giudiziaria degli esposti (successivamente ritenuti illegittimi) sulla gestione dei mondiali di Sci a Roccaraso. Pesanti accuse erano state mosse da alcune testate giornalistiche, che parlavano di 12 milioni di euro a disposizione di Roccaraso. Un’inchiesta che si era allargata tanto da inglobare anche l’ex governatore del Lazio, Francesco Storace, e il giornalista Federico Colosimo, entrambi prosciolti.

3 Commenti su "Roccaraso, sindaco calunniato: libertà vigilata per Amicone"

  1. Condanna bestiale praticamente una impostura del regime criminale. Come si può configurare una calunnia se si denunciano affidamenti diretti di lavori oppure con trattative private se queste pratiche sono spudoratamente in deroga dall’inizio della Costituzione Republicana? La Repubblica esige che tutto per intero il denaro pubblico deve essere speso con aste pubbliche aperte liberamente a TUTTI, in parità contrattuale e SENZA DISCRIMINAZIONI. La legge vigente è anticostituzionale, la legge vigente in effetti è un reato e sia chi la applica altresì chi la fa rispettare è un criminale costituzionale. Questo concetto non si comprende. Questa persona è costituzionalmente innocente perché le prepotenze e gli abusi nella istituzione italiana sono a tutt’oggi legali e lo saranno finché la volontaria inadeguatezza delle norme manterranno inapplicata la Costituzione. Questa persona dovrebbe denunciare immediatamente il suo stato alla Corte Europea dei Diritti Umani e segnalare che è stato privato della libertà perché ha denunciato attività prepotenti discriminatorio anticostituzionali e difformi altresì dal diritto comunitario. Non si possono condannare quelli che denunciano la inapplicazione della Costituzione ma piuttosto adeguare ad essa le leggi.

    • Faccia ricorso alla corte costituzionale

    • Giustamente, con la Costituzione completamente inapplicata per quanto riguarda i contratti pubblici si può parlare di un sistema istituzionale totalmente illegale. Perciò si può avanzare ipotesi che il crimine è stato commesso da chi ha perseguito e condannato l’imputato a questa pena. La Cedu in questo caso dovrebbe intervenire

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