Rivisondoli, una registrazione a supporto dell’estorsione. La difesa: “Violati i diritti degli indagati”

Lamentano la compressione dei diritti alla difesa e un provvedimento cautelare che non ha ragione di essere. La tempesta giudiziaria che ha travolto venerdì scorso il Comune di Rivisondoli è di quelle che scuote tutto il sistema politico e che, secondo gli indagati, è il frutto di una errata interpretazione dei fatti.

A dichiarare la sua totale innocenza e ribadire la correttezza del suo operato, è in particolare l’ex sindaco e attuale vice sindaco Roberto Ciampaglia, il cui avvocato, Pietro Savastano, annuncia un sicuro ricorso al tribunale del Riesame per far annullare il provvedimento cautelare che, con l’obbligo di firma, è stato imposto allo stesso Ciampaglia, al sindaco Giancarlo Iarussi e all’avvocata, nonché moglie del sindaco, Tania Liberatore (quest’ultima interdetta anche dall’esercizio della professione).

“Il mio cliente è sereno ed è molto fiducioso di poter smontare non solo la ricorrenza della necessità della misura cautelare – scrive Savastano -, ma anche di poter provare la assoluta inconsistenza del reato contestato, attraverso una cospicua documentazione a sostegno delle sue ragioni”.

Secondo la procura di Sulmona e il Gip Marta Sarnelli che ha firmato l’ordinanza cautelare, i tre avrebbero tentato di estorcere 20mila euro ad una famiglia di Napoli per risolvere una questione legata ad un abuso edilizio, ovvero la costruzione di una scala su suolo pubblico.

Quei 20mila euro, sostengono gli indagati, non erano un’estorsione, ma la conditio sine qua non per avviare una transazione per sanare l’abuso che diversi tribunali avevano riconosciuto come tale. I soldi, secondo la difesa, servivano per pagare le spese processuali affrontate dal Comune in ben cinque diversi giudizi.

All’incontro, a quanto pare, la famiglia si era recata con un registratore e aveva poi riportato il contenuto di quella transazione ai carabinieri, facendo così avviare le indagini nel gennaio scorso. Bisognerà ora capire cosa si sono detti in quel colloquio con i tre indagati e cosa i tre abbiano detto per indurre la procura a ritenere che stessero chiedendo soldi che non spettavano al Comune.

“Giacché ci è preclusa la visione del fascicolo della procura della Repubblica in cui sono contenute le attività investigative svolte, allo stato non possiamo avanzare ulteriori considerazioni – commenta l’avvocato Savastano -. Siccome l’ordinanza cautelare è stata notificata venerdì 16 settembre, occorrerà attendere lunedì 19 per accedere agli Uffici, notoriamente chiusi durante il sabato e la domenica, e tanto a ulteriore compressione dei diritti della difesa”.

Nei prossimi giorni si attende anche la fissazione dell’interrogatorio di garanzia, nel quale i tre indagati potranno esporre tutte le loro ragioni.

2 Commenti su "Rivisondoli, una registrazione a supporto dell’estorsione. La difesa: “Violati i diritti degli indagati”"

  1. Voler turlupinare un napoletano è davvero al limite del grottesco! Quasi comico !!! Speriamo in una giustizia esemplare !

  2. Vicino si deve andare….

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