Non solo resti umani degli antichi Peligni ma anche oggetti tra cui vasi, ornamenti e lance, oltre a resti di antiche mura e recinti, segno di come il territorio fosse abitato sin dall’antichità. Questo quanto emerso nel sito di Case Pente a Sulmona dove nel corso dei lavori di archeologia preventiva sono state rinvenute un centinaio di tombe risalenti ad alcuni secoli avanti Cristo oltre a testimonianze di un antico centro abitato, proprio li dove dovrebbe sorgere la centrale di compressione della SNAM.
A denunciare il ritrovamento i Comitati cittadini per l’Ambiente di Sulmona che in un comunicato chiedono a tutti i rappresentanti politici del territorio, dai sindaci della Valle Peligna, ai consiglieri regionali fino ai parlamentari di far sentire la loro voce al ministero della Cultura e alla Soprintendenza archeologica d’Abruzzo per l’apposizione del vincolo archeologico nell’intera area di Case Pente. E, nelle more, ottenere un provvedimento che impedisca ogni alterazione del sito.
Per la tutela di un’area ricca di storia che il progetto SNAM farebbe scomparire “sotto una grande colata di cemento”. Ricordano i Comitati quanto a suo tempo rilevato dalla stessa Soprintendenza archeologica d’Abruzzo che nel 2008, in un parere espresso contro il progetto di cementificio di Toto, scriveva di “un complesso archeologico tra i più importanti ed inediti dell’area peligna che cela resti di un insediamento vasto ed articolato, con tracce della viabilità, dell’abitato e della necropoli”. Un’area la cui tutela impose allora “la non alterabilità dello stato di fatto” e che dovrebbe imporre ancora oggi, proseguono i Comitati, stando agli ultimi ritrovamenti che hanno confermato quanto in realtà già asserito dagli esperti incaricati dalla SNAM. Gli stessi che prima degli scavi, scrivevano di elementi raccolti che “non lasciano dubbi sull’esistenza in loco di un insediamento diffuso e articolato nello spazio e nel tempo, a larghe maglie, di epoca italica e romana, compreso fra due importanti assi viari che dalla conca Peligna si dirigevano e si dirigono a est”.
Una realtà nota già dal 1887 quando, ricordano i Comitati cittadini, lo studioso Antonio De Nino scoprì importanti reperti archeologici e poi confermata dai ritrovamenti dell’iscrizione in pietra detta “dei callitani” oggi conservata nel museo archeologico di Sulmona e del sarcofago di epoca romana contenente le spoglie di Numisina. Un motivo in più che rafforza la protesta portata avanti contro “l’ecomostro della SNAM” e che, concludono i Comitati cittadini per l’ambiente, impone di impedire l’opera in un’area “che rappresenta la storia e l’identità dell’antico popolo dei Peligni”.
Giù le mani da Sulmona e dalla sua storia millenaria. Un sito di tale enorme importanza identitaria non si può cancellare in nome di interessi alieni i cui benefici non ricadranno certo sulla nostra comunità.
Il sito, con le vestigia tornate alla luce e
attraverso i resti degli antichi abitanti racconta la storia e di conseguenza, l’identità di una popolazione, la nostra popolazione, i Peligni.
Per questo l’area dovrebbe essere valorizzata e sicuramente tenuta in altra considerazione.
Ma se non riusciamo a far rispettare neppure il nostro presente e quello delle generazioni future,
figuriamoci se riusciremo a far rispettare il nostro passato.
E,il fedigrafo di Pacentro? Muto! Qua, non c’è nulla da prendere, ne 💰 per lui o per i parenti,né voti per continuare nel nepotismo più assoluto e dissoluto della storia pacentrana.NOI RIBADIAMO: NO ALLO SCEMPIO DI CASE PENTE E DI VETOLI.
ma per 4 ossa volete fermare dei lavori? se stanno sotterrate da secoli e nessuno ne ha mai sentito la mancanza non mi pare la fine del mondo. anche un tubo snam tra 200 anni sarà meritevole di tutela archeologica secondo questa logica. non è giusto bloccare dei lavori per cose del genere. se volete contrastare il progetto fatelo in ambito scientifico e sull’inopportunità del gas in epoca di elettrificazione. concludo che anche a mio avviso è un’opera inutile.
Quindi una bella colata di cemento anche su Pompei?
Per quattro ossa e due ruderi… un bel parcheggio, tornerebbe anche più utile… Tanto nessuno dovrebbe sentirne la mancanza e anche tra meno di 200 anni ne avremo dimenticato l’esistenza…