Rispondono per le rime le due ex assessore del Comune di Sulmona, Catia Di Nisio e Katia Di Marzio, al comunicato con cui sedici sindaci soci del Cogesa hanno giustificato a loro modo il mancato riconoscimento del ristoro ambientale per Sulmona e Pacentro che ospitano la discarica. Che quando si dice di non fare il “bene della società” bisogna intendersi: “Di quale società parlano, se di quella società, partecipata dai Comuni, che presenta una perdita relativa all’anno 2022 di oltre 1.700.000,00 Euro oppure di quella società civile, composta da donne, uomini, bambini e anziani, che è costretta da anni a respirare i mefitici odori provenienti dalla discarica e i fumi di scarico dei mezzi di raccolta che affollano le strade di accesso all’impianto – chiedono le due -. Una politica di risanamento e rilancio di una azienda che gestisce rifiuti di un comprensorio così ampio come quello del Cogesa, non può prescindere da valutazioni di tipo ambientale e di giustizia sociale. È necessaria una nuova politica del rifiuto che non continui ad individuare come ‘core business’ aziendale il conferimento in discarica di rifiuti ‘più o meno differenziati’ e annualmente sforare abbondantemente il limite delle 20.000,00 tonnellate autorizzate”.
Dove sono stati in tutti questi anni, mentre si cumulavano debiti e criticità fino a sfociare in emergenza assoluta e stringente, chi ha avallato le scelte sbagliate: “Ci permettiamo, altresì, di evidenziare che, da parte del Comune di Sulmona – aggiungono -, le fatture vengono tempestivamente pagate entro 30 giorni ed i debiti di cui parlano i Sindaci, si riferiscono a fatture attinenti interessi legali e tariffa plastica, fatture contestate da numerosi soci”.
Vanno oltre, però, le due ex assessore, criticando la visione che si ha della politica dei rifiuti, con l’aggrapparsi a vecchie sigle come TMB e CSS che, dicono, non sono la vera politica da adottare che, al contrario, dovrebbe puntare sulla riduzione e valorizzazione del rifiuto.
Di quale società parlano i sedici: “Un piano di risanamento che non è ancora stato presentato; è stata chiesta al Tribunale una ulteriore proroga ed è quindi arduo parlarne in termini rassicuranti, come fanno i Sindaci nel loro comunicato – aggiungono -. Le sole cose di cui abbiamo certezza sono la eliminazione del ristoro ambientale e l’aumento delle tariffe”.
La legge sui ristori, come da noi già evidenziato, non è stata mai abrogata, né impugnata dal governo, d’altronde “e come tale, è ancora in vigore e in grado di condizionare l’esercizio dell’azione amministrativa. Insomma – concludono -, siamo ancora convinte che per fare cassa si è scelta la via più facile ma non la più corretta, in termini ambientali, né la più redditizia in termini gestionali”.
… “ oppure di quella società civile, composta da donne, uomini, bambini e anziani, che è costretta da anni a respirare i mefitici odori provenienti dalla discarica e i fumi di scarico dei mezzi di raccolta che affollano le strade di accesso all’impianto “…
Ecco, appunto, allora perché non la chiudete o la ridimensionate riportandola all’origine, quando era una piccola S.r.L. e serviva Sulmona e altri pochi Comuni del territorio circostante?
Chi l’ha fatta crescere fino a trasformarla in S.p.A. se non la politica e i loro rappresentanti,
Delle due l’una… e la soluzione è CHIUDERLA… e reintegrate i “Dipendenti comunali” passati a suo tempo nella pianta organica del Cogesa… così si elimina l’alibi di molti dei licenziamenti paventati.
E ancora:
“ la vera politica da adottare al contrario dovrebbe puntare sulla riduzione e valorizzazione del rifiuto“…
Perfetto… allora obbligate a posizionare Ecoisole Smart nei piazzali dei supermercati, così come dovranno fare tutti i Comuni in prossimità di parcheggi e spazi idonei al carico e scarico, per l’auto raccolta di tutti i rifiuti riciclabili, Ecoisole Smart da aprire con l’introduzione della tessera sanitaria.
Quanti passaggi di uomini e mezzi si risparmierebbero, si ridurrebbero costi e inquinamento, e avremmo bollette TARI meno care.
Ognuno può riportare gli involucri e imballaggi dove li ha comprati, invogliandoli al recupero di una eventuale e necessaria cauzione per plastica, vetro, metalli, carta e cartone.
Una volta, quando eravamo poveri, c’era la cauzione per le bottiglie di vetro… a chi conviene non ripristinarla e estenderla ai miliardi di bottiglie di plastica, lattine in metallo e tonnellate di carta e cartoni?
Tanto il contributo CONAI viene scaricato sempre sul prezzo finale della merce… e lo paghiamo sempre noi consumatori finali.
Quindi, coerenza per favore… se è un DETRATTORE AMBIENTALE inquinante e altamente impattante va immediatamente chiusa o ripensata e ridimensionata al servizio di territori circoscritti e delimitati.
Se come dichiarano le assessore i danni ambientali della discarica sono tali da mettere a rischio la salute dei cittadini residenti nella zona, c’è una sola cosa da fare. Il sindaco(sic!) Quale autorità sanitaria della città da domani vieta il conferimento a quei sindaci che hanno negato il ristoro, tanto per cominciare. E poi si vede cosa farne di questa società…….
I sindaci di cui trattasi, cominciassero ad individuare delle aree nei rispettivi territori da adibire a discarica. Si tengano la monnezza a casa loro.