Tornare sui propri passi e annullare, o meglio rivedere, la riperimetrazione della Riserva del Borsacchio. Lo chiedono a gran voce i parlamentari abruzzesi, Gabriella Di Girolamo (Movimento 5 Stelle) e Michele Fina (Partito Democratico), che spingono il consiglio regionale alla nuova perimetrazione dell’area e sull’approvazione del Piano di Assetto Naturalistico (Pan) della Riserva naturale teramana. Un passaggio che tarda ad arrivare, nonostante lo stop del Ministero della Cultura alla riduzione dell’area della Riserva. Un semaforo rosso arrivato dal Ministero, che ha invitato a rivedere l’emendamento alla legge di bilancio regionale, approvata lo scorso 29 dicembre. Pena il rischio di incorrere in un altro giudizio di illegittimità, come già avvenuto nel 2021.
Tre anni fa, infatti, la sensibilità ambientale del governatore e della sua maggioranza era già venuta fuori qualche anno prima, quando con la legge regionale 14 del 2021, la Regione Abruzzo aveva operato una riduzione del perimetro del Parco regionale del Sirente-Velino. In quel caso a dichiarare illegittime le norme approvate fu la Corte Costituzionale. Non contenti, ci hanno riprovato, pensando “forse stavolta non se ne accorgono”.
“Nulla di nuovo, quindi – scrivono i due parlamentari -, ma atto di gravità inaudita e pericoloso precedente perché con un tratto di penna, a dicembre, si è deciso di cancellare uno dei fiori all’occhiello del nostro patrimonio naturalistico, senza alcun confronto o dibattito con le altre forze politiche e con i territori interessati. Una norma che avrebbe aperto la strada a interventi edilizi straordinari, in deroga ai regolamenti comunali e ai piani urbanistici. Cosa abbia spinto la maggioranza ad approvare un pastrocchio del genere non è dato saperlo ma è facile immaginarlo”.
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