Le trattative si sono formalmente rotte: con un verbale di mancato accordo ieri l’amministrazione comunale e i dipendenti di palazzo San Francesco si sono lasciati ancora una volta senza stringersi la mano. La delegazione trattante si è formalmente aggiornata a data da destinarsi, ma le posizioni continuano ad essere molto distanti, nonostante i tentativi di mediazione.
E insomma la carica dei mini-dirigenti annunciata dal sindaco Annamaria Casini a primavera scorsa come la rivoluzione organizzativa di Palazzo, non parte. Non ancora e chissà quando.
I dipendenti, d’altronde, in una assemblea tenuta un paio di giorni fa hanno votato a maggioranza il respingimento della proposta dell’amministrazione comunale che, per fare dieci posizioni organizzative, dai 65mila euro che voleva togliere dal fondo decentrato dei lavoratori (in aggiunta ai 26mila euro già in cassa per le Apo) era scesa a 40mila euro. Troppi per la maggioranza dei dipendenti di Palazzo che erano disposti a concedere al massimo 30mila euro.
“Il principio delle Apo muove dal concetto di premialità: con 50mila euro complessive saremo costretti a dare il minimo sindacale ad ogni posizione organizzativa – spiega l’assessore Stefano Mariani – oppure a ridurre le Apo stesse, cosa non accettabile perché le dieci posizioni individuate rispondono a dei bisogni di funzionamento dell’ente, non a logiche di mancia ai dipendenti”.
Tant’è che non è escluso che la giunta comunale nei prossimi giorni decida di adottare un atto unilaterale: un provvedimento che trasformerebbe la rottura in una vera e propria guerra sindacale.
“L’atto unilaterale è consentito dalla legge solo per periodi limitati e soprattutto adeguatamente motivato, ovvero se serve ad evitare che sia pregiudicato il buon andamento dell’amministrazione – commenta Anthony Pasqualone della Cgil – se l’amministrazione dovesse seguire questa strada siamo pronti a formalizzare lo stato di agitazione, a rivolgerci al prefetto e a denunciare il Comune per comportamento antisindacale”.
Le bocce per il momento restano insomma ferme, con tutto quello che questo comporta: senza l’accordo sulle Apo, infatti, restano bloccate anche le Peo (progressioni economiche organizzative) e i fondi per il salario accessorio, ovvero gli straordinari che i dipendenti, in particolare gli agenti di polizia municipale e gli autisti del trasporto pubblico, hanno fatto finora e che non sono stati pagati loro.
Soprattutto, però, continua a restare ferma la riorganizzazione della macchina amministrativa: punto chiave del programma di mandato che, dopo tre anni e più di sindacatura, non è stato neanche sfiorato.
Diciamoci la verità e che cioè non vi è l’accordo per i mini bonus a regime per i mini dirigenti (leggasi spreco di denaro)
inimo taglio al fondo, massimo incremento in busta.
Accordo difficile, ma non impossibile, tanto più che con il ritardo accumulato, con la scadenza del mandato prossima, le richieste potranno essere più facilmente accolte… così ci si potrà far forti di un obiettivo raggiunto dall’amministrazione tanto i costi restano tutti sul groppone della comunità!!!