“Voglio fare i miei auguri a chi è fuori da questa vicenda e spero che il numero delle persone coinvolte possa ridursi ulteriormente”. A parlare è l’ex assessore Cristian La Civita, chi insomma quei dipendenti li conosce e ci ha anche lavorato, perché lui quella descrizione di Comune di Sulmona come covo di fannulloni non l’ha mai digerita e non ci sta, “un’ondata massiva che ha coinvolto anche persone professionalmente efficienti, che lavoravano tanto e anche oltre il proprio orario, certo chi ha sbagliato deve pagare, io sono sempre stato garantista, su questa storia avevo ragione fin dall’inizio”.
L’indagine condotta dalla guardia di finanza tra febbraio e agosto del 2016 aveva coinvolto 48 persone, ora invece vede solo 9 richieste di rinvio a giudizio, vincenda giudiziaria balzata agli onori della cronaca nazionale, dipendenti del Comune di Sulmona e addetti delle cooperative di servizi che uscivano, dedicandosi alle faccende personali, pur risultando in servizio, stanati dalle telecamere delle fiamme gialle. Nel frattempo oltre il procedimento penale, c’è quello civile-erariale, la Corte dei Conti pronta per l’udienza il prossimo 19 giugno, si contesta a 18 dipendenti un danno per un importo totale di 300mila euro di risarcimento.
“E’ inutile dirlo che in tutte le organizzazioni c’è chi dà tanto e chi no, chi il giusto, chi meno anche chi è scansafatiche ma molte descrizoni che ho letto non corrispondevano a quello che io vedevo all’interno degli uffici”. La Civita tuona contro chi ci ha voluto speculare su questa vicenda, anche contro titoli e diffusioni di notizie pesanti, a far sentire colpevoli persone al momento solo indagate, colpendo persone oneste “il pensiero va alla brava persona, onesta, Luigi Paolini (sucidiatosi proprio perché rimasto coinvolto nell’inchiesta, ndr), un pensiero che c’è tutti i giorni, per lui e per la sua famiglia”.
Ma il problema è a monte, spiega La Civita “è da trovare nella mancata organizzazione della macchina comunale, questi dipendenti lavorano senza un ordine, rincorrendo pratiche senza strumenti, sono amministrazioni, classi dirigenti, che non intervengono fattivamente”.
Non resta che raccontare ancora una volta una storia che conosciamo, di interventi che non si è voluto portare a termine, per snellire le pratiche, il lavoro sulla riorganizzazione che appare cosa ancora lontana. Questioni arcinote, questioni che per 20 mesi hanno descritto il lavoro di chi avrebbe voluto metterci mano, lavoro realizzato solo in parte. Poi è cronaca politica-amministrativa, il rapporto che si logora, ci si sfila dalla maggioranza e si arriva alle dimissioni.
Un progetto quello della riorganizzazione che, ora, verosimilmente dovrà ricominciare da capo, se è vero come sembra che la delega al Personale, nella nuova giunta, sarà ricoperta proprio dalla sindaca Casini, colei che, a detta di La Civita, ha bloccato il progetto costruito pazientemente dall’ex assessore.
Perché i furbetti non sono solo quelli del cartellino.
Anna Spinosa
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