Alla fine Andrea Gerosolimo c’ha ripensato, ha tenuto in stand-by il discorso per oltre venti giorni ma oggi è arrivato il dietrofront ufficiale. Spiega che le sue dichiarazioni pro-rimboschimento avvenute solo 5 ore dopo lo scoppio dell’incendio del Morrone erano state fatte “nella assoluta convinzione che potesse essere il modo più veloce per rimarginare questa dolorosa ferita” ed aggiunge “successivamente, il consiglio comunale di Sulmona all’unanimità e la quasi totalità delle amministrazioni del territorio, unitamente ad alcune associazioni, hanno espresso la loro assoluta contrarietà al rimboschimento. In ragione di questo, non esiterò, come ho già fatto in passato, ad attivarmi affinché la volontà del territorio venga rispettata”.
Un’inversione di rotta fatta in virtù di un territorio – quello peligno – che si è mobilitato nelle ultime settimane contro la scelta dei vertici regionali di puntare al rimboschimento. Oggi ad esempio, in piazza XX settembre una serie di realtà impegnate nella fase calda dell’incendio, fra le quali AltreMenti Valle Peligna, Forum H20, Stazione Ornitologica Abruzzese, Dalla parte dell’Orso, Brigate di Solidarietà Attiva e il neonato comitato Giustizia per il Morrone, hanno organizzato una partecipata assemblea per dire un secco e forte “no al rimboschimento”. Fra i diversi interventi si è evidenziata la necessità di mettere in rete le esperienze e proseguire insieme in tutta la fase post-incendio, ovvero quando si parlerà non solo del rimboschimento ma anche dello smaltimento del legname arso, delle operazioni di bonifica e di quelle di messa in sicurezza del territorio.
Il Comitato Giustizia per il Morrone ha annunciato di aver già proceduto con la richiesta di accesso agli atti: “E’ iniziato il conto alla rovescia – ha spiegato Teresa Nannarone – entro trenta giorni ci dovranno dare tutte le carte e chi non lo farà dovrà rendere conto ai cittadini. Vogliamo sapere ogni cosa sull’incendio, sulle ditte che hanno gestito l’emergenza e su quelle che eventualmente si occuperanno della fase post-incendio: dall’eventuale rimboschimento, alle opere di bonifica”.
Di queste tematiche si parlerà proprio domani nei palazzi pescaresi della Regione di viale Bovio, dove il governatore D’Alfonso già il 23 agosto, con il Morrone completamente in fiamme, aveva convocato i sindaci di 86 comuni, prefetti e presidenti di Provincia. Il presidente della Regione ha però dimenticato di invitare i presidenti dei Parchi nazionali, svista che sembra essere ben collaudata come raccontato dal presidente del Parco della Majella Iezzi. In una intervista rilasciata oggi a Giorgio Galleano di Rai3 e postata sul suo profilo Facebook però, D’Alfonso incalzato dal giornalista dice che domattina contatterà telefonicamente Iezzi, ‘presidente in via di scadenza’ così lo ha definito, per invitarlo al tavolo in Regione. Di certo, se non al tavolo davanti ai cancelli di viale Bovio ci saranno domani tanti attivisti in un sit-in per protestare e presidiare i lavori, finalizzato a scongiurare il rimboschimento.
Una pressione che il presidente deve aver già avvertito, visto che nella stessa intervista ha ridimensionato l’animo trionfalistico riguardo il rimboschimento avuto nei giorni dell’incendio e con molta cautela ha dichiarato “ci sarà un’attività di rimboschimento se le competenze scientifiche lo riterranno idoneo”.
Anche la sua, dopo la sollevazione popolare, insomma, sembra essere una mezza retromarcia.
Savino Monterisi
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