Un’assemblea dai toni alti e dal clima non proprio pacifico: le riunioni con visita turistica annessa di qualche mese fa, insomma, non ci sono più. Quella del Cogesa, ieri, è stata un’assemblea al calor bianco, in gran parte dedicata ai conti, quelli del bilancio, sì, ma anche e soprattutto quelli delle spese di rappresentanza del presidente Vincenzo Margiotta, dieci volte più alte di quelle dei suoi predecessori.
Nella sala Padre Pio di Castelvecchio Subequo hanno fatto sentire la loro voce i sindaci, a partire da quello di Acciano Fabio Camilli che è arrivato anche a proporre una mozione per limitare i rimborsi del presidente, mozione bocciata dal solito fronte dei sindaci che hanno nominato lo scorso anno la nuova governance, Sulmona (che ha molte quote) in testa.
Dal canto suo Margiotta non ha arretrato di un millimetro, spiegando che le spese sono tutte giustificate e che insomma per far crescere un’azienda bisogna muoversi. Perché “bisogna guardare la luna e non il dito”.
Solo che il dito è quello dei contribuenti e la logica del profitto non è proprio quella che dovrebbe ispirare una società di scopo interamente pubblica, tanto più che a fronte dei 73mila euro di utile portato a casa quest’anno, non si è registrata una diminuzione delle tariffe. E su questo i sindaci ci sono andati giù duro.
Anche perché ai più davanti alle voci di bilancio Cogesa, corrispondono molti meno in quelli dei Comuni che in gran parte non riescono a stare dietro ai pagamenti, se è vero, come spiegato in assemblea, che i crediti vantati ammontano ad oltre 9 milioni di euro sui 13 totali, 3 milioni di euro in più dell’anno precedente.
Insomma i soldi non ci sono e seppure la tariffa Cogesa si attesta sulla media regionale, i mancati pagamenti sono l’effetto di una situazione di crisi e povertà diffusa più che altrove su questo territorio.
Una cosa è certa: l’aria è cambiata nei rapporti tra Comuni e Cogesa. Il consiglio comunale di Sulmona di lunedì (voluto dalle opposizioni) è stato un apripista, perché oggi si ha piena contezza del fatto che, ad esempio, il controllo analogo (per le cui responsabilità si è deciso di chiedere un parere legale) non è svolto correttamente, che anzi proprio non c’é: né il controllo, né l’indirizzo, come prevede la legge. Tant’è che Pratola, ieri, non si è neanche presentata in assemblea, disconoscendo la legittimità del bilancio non approvato dal controllo analogo.
Palla al centro, dunque: per le modifiche allo Statuto, ad esempio, annullata all’ultimo minuto la convocazione del notaio, si è deciso ieri che il testo (che già è stato corretto, togliendo la voce sui rifiuti pericolosi) dovrà passare prima per tutti i consigli comunali, quindi solo dopo che questi lo avranno approvato si porterà in assemblea. Insomma per vedere il Cogesa a gestire il parco fluviale o costruire i loculi al cimitero, ci vorrà verosimilmente molto tempo.
Capitolo a parte è stato poi quello sull’Agir, l’autorità di gestione regionale che dovrà eleggere i suoi otto rappresentanti (compreso il presidente) il prossimo 4 luglio. La trattativa è nelle mani dei partiti politici che hanno deciso di fare una lista unica nella quale dovrebbero essere assegnati 2 rappresentanti per ogni provincia, con la presidenza che dovrebbe andare al sindaco dell’Aquila. L’altra rappresentanza della nostra provincia, però, non toccherebbe a Sulmona (che come ha ammesso la sindaca “non ha riferimenti nei partiti”, cioè è isolata), ma ad Avezzano. Una possibilità per i Comuni soci Cogesa potrebbe aprirsi con l’ipotesi della nomina di un direttore generale, che Pescara rivendica dicendosi pronta a cedere in cambio un posto nel cda alla provincia dell’Aquila. A quel punto, però, i sindaci sotto ai 5mila abitanti hanno già alzato la mano: il posto di rappresentanza che eventualmente sarà concesso deve spettare a loro.
Anche qui bisognerà saper fare i conti, perché i numeri il nostro territorio non ce li ha per imporsi, anche se i gerosolimiani sarebbero pronti a fare una lista alternativa a quella unica che, dicono, farà vedere la loro potenza di fuoco.
Che non sia solo fumo e paglia.
articolo ben scritto ed illuminante, complimenti alla redazione. Per quanto riguarda invece il presidente Margiotta che dice di guardare la luna e non il dito avrei risposto che ” con i soldi di zio prete ogni buon coglion farebbe ciò”. E’ facile fare cassa ed utili in un settore obbligatorio, la mission non deve essere il profitto ma deve esser quella di attenuare le tariffe nel rispetto dell’ambiente ed in un ottica di conservazione delle discariche che dovrebbero esser riservate solo ai comuni della conca peligna. Allargare il cerchio e lavorare in un contesto bucolico tutta l’immondizia che lui con i “suoi viaggi” riesce a portare all’impianto non è proprio quello che noi cittadini vogliamo e auspichiamo per il nostro territorio a vocazione TURISTICA. Il Margiotta pensa che il via-vai di tir carichi di immondizia sia gradito alla popolazione? per non avere nulla in termini di abbassamento di tariffa? e chi lo ha illuminato su questo aspetto? DIMISSIONI E SOSTITUZIONE DEL PRESIDENTE soprattutto ora che il vento politico è cambiato.
Che strana l’informazione!!!!
Su altra testata locale i toni sono ben più trionfalistici per il COGESA.
https://bit.ly/2MwjJDY
Personalmente, letti anche i precedenti articoli (su più organi informativi) non proprio di rapporti idilliaci fra i comuni partecipanti al consorzio ed il COGESA (vedi modifiche di statuto e nomine AGIR) mi ritrovo più su questa versione dei fatti.
Potere dell’informazione!!!
🙂
credo che l’informazione si debba ormai formare dopo un’attenta e scrupolosa analisi di tutte le testate giornalistiche, ad ogni modo concordo con il fatto che Cogesa sta andando fuori dai binari, non mi piace l’idea che possa concorrere nel mercato privato avendo una mission pubblica. Preferisco il Cogesa del passato e dei vecchi presidenti. Forse è l’ora di rimuovere il presidente del Cogesa ed il presidente della SACA perché sono espressioni di una politica vecchia e fallimentare per il territorio.
Come saprà entrambi i presidenti sono pupilli di un ex assessore regionale e capirà non è facile farli dimettere (anche perché chi lo farebbe in tempi non sospetti?), per di piu se in prossimità dell’elezioni regionali e con la campagna elettorale già avviata.
Chi salverebbe e che ne sarebbe politicamente della moglie dell’ex in caso di un insuccesso elettorale?
Ne vale lo scettro sul contado intero!!!
Sono pensieri!!! 😉
ma i cittadini hanno gli occhi foderati di prosciutto? voteranno ancora per il gabibbo?