E’ tornato volentieri a Sulmona, dove nel 1977 “tenni il mio mio primo congresso come funzionario della Cgil”: Guglielmo Epifani, oggi, però, a pochi passi dalla sede del sindacato, è stato ospite del comitato elettorale di Liberi e Uguali della candidata locale Renata Donatelli. Una delle tante tappe di una campagna elettorale che lo vede candidato in Sicilia per “ricostruire una sinistra – ha detto – e una politica di governo che il Pd ha fallito”. Parole che pesano, per lui che dei Dem è stato anche segretario (dal maggio a dicembre del 2013), al pari dei numeri che, come ex sindacalista, snocciola e che sono principalmente quelli dell’occupazione: “Il governo Renzi vanta un milione di posti di lavoro – dice – che per il 90% sono a tempo determinato e per un terzo non superano la settimana di lavoro. C’è qualcosa che non quadra, c’è una tendenza da cambiare e invertire”.
Nessuno più della candidata che gli siede accanto può capirlo: Renata Donatelli ha infatti raccontato la sua esperienza di precaria del call center e di come in una zona interna come la Valle Peligna, che poi era il tema dell’incontro, questo spesso rappresenti l’unico rifugio occupazionale.
Un confronto senza barriere quello tenutosi oggi con Epifani, nel quale non è mancata la contestazione dei compagni sulle candidature e i paracadutati, specie qui in Abruzzo dove politici di peso come Gianni Melilla sono stati rimpiazzati da candidati di fuori regione: “Non mi sono occupato delle liste questa volta – ha detto Epifani, anche lui, umbro, in qualche modo paracadutato in Sicilia – ma vi dico che non è stato facile farle. Perché di spazi non ce ne sono molti e perché la classe dirigente andava in qualche modo tutelata, anche perché servirà la loro presenza e la loro esperienza in Parlamento. Purtroppo in alcune regioni, come in Abruzzo, si sono dovute sacrificare le appartenenze territoriali”.
Quindi il programma che fa leva sul rilancio degli investimenti pubblici, “scesi da 90 a 60 miliardi l’anno – ha detto Epifani – un’enormità i cui effetti si avvertono anche e soprattutto sugli enti locali e le zone periferiche. Noi puntiamo a rilanciare e non a ridurre gli investimenti, puntando su una conversione sostenibile dell’economia, sulla sanità dove abbiamo tra la più bassa spesa pro capite in Europa e sulla scuola, la ricerca e l’istruzione”.
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