Rifiuto organico: i soldi in discarica e l’impianto a Noce Mattei

Venticinquemila euro buttati in discarica, è proprio il caso di dirlo, anche se una discarica, quella di Pagano a Navelli, non lo è più ormai da anni. Dal 2007, in particolare, quando venne chiusa e, formalmente, dal 2009 quando scadde l’autorizzazione.

Un passaggio che la passata governance di Cogesa non aveva forse valutato attentamente, contando sul piano regionale rifiuti che lì aveva individuato un potenziale impianto per il trattamento dell’organico.

Così nel 2017 la società partecipata sborsò 50mila euro alla Biofert per realizzare l’impianto di trattamento dell’umido a Navelli, soldi iscritti prima come quota di partecipazione e poi come caparra confirmatoria alla realizzazione dell’impianto.

Impianto che, però, non si è più fatto e mai si farà, vista la contrarietà del Comune dell’aquilano che, pure, in una prima fase aveva dato il suo assenso.

I soldi di quella caparra, però, sono stati sborsati e di fronte ad un possibile contenzioso, tra Cogesa che richiedeva i 50mila euro e la Biofert che imputava alla società pubblica di avere responsabilità nella non attuazione del progetto, si è deciso di fare una transazione tra le parti.

La Biofert ha restituito così la metà della caparra al Cogesa e la partita è stata chiusa, con il risultato finale che la società partecipata ha speso 25mila euro senza alcun motivo.

Sì, perché il problema dello smaltimento dell’organico, resta ed è un problema gigante: basti considerare che tra i contenziosi aperti c’è quello relativo ad un decreto ingiuntivo fatto da Contestabile Ambiente di oltre 250mila euro relativo a fatture del 2020 proprio per il servizio di avvio e recupero del rifiuto organico.

Nel febbraio scorso il Cda di Cogesa aveva per questo deliberato di fare un avviso pubblico per la ricerca di aree da destinare a sede dell’impianto, il cui impatto ambientale, specie dal punto di vista olfattivo, è importante.

A quella delibera, però, non è seguito più alcun avviso. Il Cogesa, infatti, anche per motivi economici, con due bilanci consuntivi chiusi con 2,5 milioni di euro di disavanzo, sta optando per realizzare l’opera “in casa”, ovvero a Noce Mattei.

Una notizia che non farà certo fare salti di gioia ai residenti della zona, a cui già l’impianto presente procura ogni estate notti di miasmi e problemi.

Nella prossima assemblea dei soci, convocata per il 5 e 6 novembre, si dovrà parlare anche di questo. Oltre che di come ripianare i debiti e di quanto dovranno aumentare prima o poi le tariffe per rendere sostenibile la gestione della società partecipata.

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