Una delibera con relativo disciplinare da perfezionare insieme, ma da far condividere a tutti i Comuni soci del Cogesa con l’obiettivo di fare del Centro Abruzzo il laboratorio regionale dei rifiuti zero. Sbic ha lanciato così ieri la sua sfida al termine di un incontro tenutosi al Soulkitchen e nel quale ha presentato con un video racconto diviso in quattro capitoli (guarda video nella sezione “de visu”) il viaggio fatto ad inizio di dicembre scorso a Capannori, città leader in Europa dell’end of wast. Quattro testimonianze che dalla presentazione generale del progetto, da come è nato e si è sviluppato, ha poi affrontato il tema delle buone pratiche, delle cooperative di lavoro nate intorno al progetto e di quello che c’è da fare sia burocraticamente, sia dal punto di vista di investimenti per mettersi in cammino su un’economia circolare che, dati alla mano, è una via d’uscita virtuosa sia dal punto di vista economico che ambientale dall’emergenza rifiuti.
All’incontro hanno partecipato i componenti di Sbic (sono intervenuti il consigliere comunale Maurizio Balassone, e ancora Paolo D’Amato, Catia Di Nisio e Riccardo Verrocchi) e il dirigente dell’associazione della Rete rifiuti zero della regione Abruzzo, Giancarlo Odoardi.
Due ore nelle quali sono stati illustrati numeri e obiettivi, ma anche obblighi normativi e investimenti previsti in Abruzzo, con la consapevolezza di non essere gli ultimi, ma di avere ancora tanta strada da fare.
Al dibattito hanno partecipato anche il presidente Cogesa Enzo Margiotta che ha annunciato l’attivazione della tariffa unica e l’apertura di un centro riuso nel capannone di Sviluppo Italia, e l’assessore all’Ambiente del Comune di Sulmona, Manuela Cozzi, che si è detta disponibile e sensibile alla sfida.
Tariffa puntuale, cultura del riuso, differenziazione spinta e di qualità, compostaggio e autocompostaggio, servizi di distribuzione a impatto zero (case dell’acqua, detersivi alla spina, ecc.), centri del riuso e trasformazione degli impianti in fabbriche dei materiali: questi alcuni degli step da fare per rientrare tra i “virtuosi veri”.
Perché i numeri e l’esempio di Capannori hanno mostrato che quella dell’economia circolare è una strada percorribile e che ha dato finora risultati straordinari: una famiglia a rifiuti zero, qui, infatti, produce meno di un chilo l’anno pro capite di rifiuto indifferenziato, una quantità anni luce distante dalle medie nazionali, regionali e locali. Perché se Sulmona nel 2019 si è attestata a poco più di 93 kg pro capite, ci sono soci del Cogesa che di rifiuto indifferenziato ne producono troppo, a partire dalla “sudiciona L’Aquila” per usare le parole del direttore del Centro ricerche di Capannori, Rossano Ercolini, che nel 2018 ha prodotto 321,94 kg di rifiuto indifferenziato pro capite e non è neanche tra le peggiori.
È proprio vero: con la monnezza si fanno i soldi. Ancora di più se ciucci quelli pubblici.
E…i fessi pagano.