Tra le zone nascoste, quelle in cui buttare, lanciare, abbandonare i propri rifiuti non è esente nemmeno il cimitero, perchè a Sulmona funziona anche così. Tra gli scatti, documento dell’ennesimo scempio alla natura e ad un luogo “sacro”, c’è sempre il solito “di tutto”.
Buste e buste contenenti qualsiasi cosa e i soliti pezzi di arredo che, forse demodé, la gente sceglie di gettare nel primo spazio nascosto che trova lungo la strada dell’inciviltà. Qui si torna, infatti, a denunciare l’ennesima (è dir poco) discarica abusiva in Valle Peligna. Un elenco fitto fitto che si concentra questa volta in un luogo, per sua natura, e antropocentricamente parlando, zona di massimo rispetto e silenzio anche.
Si protesterà (se qualcuno ne ha il coraggio) che tanto sono sul retro. Ciò non toglie che ad oltre un anno dall’avvio della raccolta porta a porta in Città, e di un altrettanto servizio gratuito del Cogesa per gli ingobranti, scene di questo tipo continuano a ripetersi e a scovarsi.
A questo punto resta solo un auspicio da farsi: “Speriamo riposino in pace ma non per l’eternità”.
S. P.
Ne prendessero almeno uno di questi bastardi schifosi inquinatori. Ormai Sulmona e tutta l’area delle frazioni è diventata una discarica a cielo aperto, i cittadini sono incivili, ma mancano del tutto i controlli. Dovrebbe intervenire la Procura della Repubblica per i reati di disastro ambientale da parte di chi inquina e di omissione da parte di chi non controlla e non sanziona. Un’altra cosa per verificare il grado di civiltà di moltissimi sulmonesi, basta girare la mattina e vedere come i giardini pubblici, vengono usati dai proprietari, come bagni per fare espletare i bisogni ai loro cani, naturalmente senza raccoglierli e smaltirli correttamente. Ma dove vogliamo andare con questa mentalità da quarto mondo e la chiamano pure “Sulmona città d’arte e cultura”!