Rifiuti, a Sulmona convenzione in scadenza: rinnovo in house non scontato per Cogesa

Vale 773mila euro, secondo l’amministratore unico di Cogesa, Nicola Sposetti, il subentro di un’eventuale ditta esterna nella gestione del servizio rifiuti nel Comune di Sulmona. E’ questo il conto presentato venerdì scorso nell’audizione che la governance della partecipata ha avuto con gli uffici di palazzo San Francesco che, a poco più di due mesi dalla scadenza della convenzione di gestione, stanno pensando e valutando l’ipotesi di andare ad una gara d’appalto, piuttosto che rinnovare la concessione in house.

L’indirizzo non è politico: l’amministrazione comunale e la maggioranza vorrebbero in realtà rinnovare l’affidamento diretto alla partecipata, ma l’operazione è tutt’altro che scontata. La legge, e soprattutto la Corte dei Conti, d’altronde, parlano chiaro: l’affidamento in house è possibile solo se c’è una effettiva e certificata convenienza nella gestione. E al momento, soprattutto con la crisi finanziaria che attanaglia Cogesa, questa convenienza è tutt’altro che garantita. Anzi la prospettiva è di un nuovo aumento delle tariffe, a fronte di servizi che altri gestori potrebbero essere in grado di fornire a prezzi minori.

Un esempio lo ha dato già in passato il Comune di Pratola, che ormai da anni ha affidato a soggetti esterni la gestione dei rifiuti, pagando meno e avendo un servizio più efficiente.

Sulmona, però, non è Pratola e neanche Pacentro (altro Comune che si è deciso per una gara): tanto per quote societarie (essendo il maggior azionista di Cogesa), quanto per quantità di rifiuti conferiti (pari ad un quarto del totale) e, soprattutto, per responsabilità, ospitando il capoluogo peligno l’impianto di trattamento e la discarica che sono gestiti da Cogesa.

Va da sé che un eventuale abbandono di Sulmona, sottrarrebbe alla partecipata una fetta importante di mercato e una sponda fondamentale nella gestione, fermo restando che le responsabilità e gli oneri da socio non verranno comunque meno.

Gli uffici comunali, però, carte alla mano spingono per andare a gara: anche con un fardello da oltre 750mila euro (cifra che è comunque tutta da verificare), infatti, secondo gli addetti un esterno sarebbe in grado di presentare un’offerta migliorativa. Anche perché i costi di subentro andrebbero spalmati su un piano decennale che vale circa 40 milioni di euro.

La decisione, comunque, va presa in fretta: il 31 dicembre prossimo la convezione decennale di affidamento in house a Cogesa scade e il capoluogo peligno dovrà optare per una delle due soluzioni. Sempre che il piano di ristrutturazione del debito della partecipata, su cui lo stesso Sposetti ha mostrato molti dubbi, regga fino a quella data.

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