Il tuffo nella piscina dell’Incoronata è stato bloccato per la Roma Nuoto sul “trampolino”: il Comune di Sulmona ha infatti deciso di sospendere il subentro della società capitolina al Centro Nuoto Sulmona, subentro che ci sarebbe dovuto essere oggi.
Il motivo è quello di non compromettere la continuità della gestione, in considerazione del ricorso al tribunale amministrativo regionale che la società sulmonese ha presentato giovedì scorso e con il quale chiede di annullare la determina di affidamento della gara d’appalto svoltasi a dicembre scorso e che avrà una durata di un anno (nove mesi più tre).
Nel ricorso, redatto dall’avvocato Armando Valeri, la società sulmonese contesta una serie di violazioni sia dal punto di vista burocratico che sostanziale.
In particolare viene eccepita la correttezza della polizza fideiussoria, ma anche le capacità tecniche e professionali vantate dalla Roma Nuoto e che, secondo i ricorrenti, non sarebbero fondate. Non ci sarebbe prova in particolare che i due impianti che la società romana avrebbe in gestione, infatti, siano gestiti direttamente da detta società avendo vinto l’appalto in associazione d’impresa e di conseguenza il Centro Nuoto Sulmona avrebbe avuto diritto ad un punteggio di gran lunga superiore ai suoi diretti concorrenti.
La contestazione più corposa riguarda però il ribasso d’asta, quel 51% in meno, cioè, che ha consentito alla Roma Nuoto di battere la società sulmonese che ha invece presentato un ribasso del 5%, basandosi su un’esperienza di gestione trentennale dell’impianto. A fronte di un’ampliamento dell’offerta nelle aperture del 27%, infatti, la Roma Nuoto avrebbe giustificato la quadratura dei conti in fase di verifica dell’offerta anomala, con un aumento stimato dei ricavi del 4,5% e un aumento dei costi non superiore all’1,5%, oltre alla promozione di eventi come il Trofeo natatorio Sulmona ed eventi Fin Lazio, nonché sponsorizzazioni esterne.
L’avvocato Valeri ha fatto i conti in tasca ai concorrenti, ritenendoli inattendibili e contraddittori: troppo alte le previsioni di incasso (bar compreso) a fronte di spese sottostimate per personale, gestione, ricorso a professionisti nelle gare e persino una infondata collaborazione con la Fin Lazio che, al contrario, avrebbe negato di volere e potere organizzare eventi a Sulmona, essendo competente qui la Fin Abruzzo. Neanche gli sponsor che dovrebbero sostenere gli eventi sarebbero, secondo una valutazione dei loro bilanci, in grado di sopportare le sponsorizzazioni.
Rilievi infine vengono avanzati anche sulla composizione della commissione di gara nella quale, sostengono i ricorrenti, sarebbe mancato un membro esperto nel settore.
Ora dovrà essere il Tar a decidere se le osservazioni fatte nel ricorso siano fondate: Valeri ha chiesto la sospensiva, ma è più probabile che il Tar decida di pronunciarsi direttamente nel merito entro la fine di marzo. E fino ad allora, ha deciso il Comune, in vasca resterà il Centro Nuoto Sulmona.
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