Relativamente

Da bambini abbiamo conosciuto la parola “relativo” sui banchi di scuola, con la geometria, nel paragrafo “le altezze del triangolo”. In quelle pagine abbiamo imparato che il valore delle cose non è assoluto, ma dipende da ciò con cui vengono messe in relazione.
La nostra vita è un incastro perfetto delle relazioni che abbiamo con noi stessi e il mondo, da tenere in equilibrio in qualche modo, cercando di fare meno danni possibile.
È tutto relativo.
Alle nostre percezioni, all’epoca e al posto in cui viviamo, all’importanza che diamo ai vari aspetti della vita, a come ci siamo svegliati questa mattina, al tempo che fa e all’aria che tira.
Persino il nostro peso forma è relativo al sesso, alla corporatura e all’età che abbiamo. Tante volte la bilancia evidenzia che siamo sovrappeso e invece lo specchio la contraddice: certe rotondità ci donano, addolciscono i lineamenti e riempiono i vestiti. Non importa che sia vero o meno: questa affermazione sarà senz’altro veritiera relativamente a qualcosa. Al piacere che proviamo nel mangiare un gelato, ad esempio.
Anche l’età di ognuno di noi è relativa. La precisione della matematica non è applicabile alle fiammelle poste sulle torte di compleanno. Ci sono delle manciate di candeline che pesano come fossero cento e casi in cui sessanta anni ne valgono a stento una decina.
Io venerdì dovrò spegnerne quarantasette. Non sono tante. Sono giuste.
Finalmente sarò giustificata se alle 23:00 avrò più voglia di andare a dormire che di bere uno spritz, se il divano non mi è mai sembrato tanto comodo come in questo periodo della vita e se la musica troppo alta tutto mi fa venir voglia di fare, tranne che di ballare.
Non sono pigra, è che sto invecchiando, come si evince dalla luminosità della mia torta di compleanno.
Però non sono vecchia. Non ancora. Probabilmente non lo sarò mai. Troverò sempre una relazione in base alla quale poter sfuggire a questa parola così severa.

Mi tingerò i capelli e ignorerò i dolori articolari, continuerò a scherzare e a cantare, toglierò gli occhiali da vista per vedermi riflessa allo specchio con più grazia e noterò un errore nella data di nascita scritta sulla mia carta d’identità.
Deve trattarsi senz’altro di un refuso, non possono essere passati tutti questi anni. Imbroglierò, mi prenderò in giro, non userò il carrello portaspesa per andare al mercato.
Piuttosto non comprerò la frutta o acquisterò solo quella che riuscirò a trasportare dentro lo shopper trendy di una nota boutique, in cui non ho mai messo piede.
Fingerò che gli asterischi sulle analisi del sangue siano cortesi fiorellini, disegnati per me da un infermiere galante e sorriderò quando non riuscirò più a fare le flessioni del mattino, limitandomi a fare le riflessioni della sera.
Riterrò gli anni passati un magnifico dono e quelli ancora da vivere una meravigliosa promessa.
Quando le cose non andranno bene, girerò il triangolo per cambiare relatività all’altezza.
A volte, invece, piangerò disperata e senza ritegno, perché “nulla è assoluto, tutto è relativo”.
Le cose cambiano in base al nostro pensiero momentaneo.
E a volte, a certe cose, basta non pensarci perché siano un po’ meno vere.

gRaffa
Raffaella Di Girolamo

1 Commento su "Relativamente"

  1. Ma che è? C’entra Tiziano Ferro?

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