Referendum, lavoro e cittadinanza: a Sulmona assemblea pubblica della Cgil

Il lancio della campagna referendaria e le problematiche del lavoro e dello sviluppo in Valle Peligna. Questi i temi che saranno oggetto dell’assemblea pubblica indetta dalla Cgil per domani 2 aprile alle ore 15.30 presso l’auditorium dell’Annunziata a Sulmona. Alla presenza del segretario Spi Cgil nazionale Lorenzo Mazzoli, del segretario generale Slc Cgil nazionale Riccardo Saccone e del segretario Cgil nazionale Pino Gesmundo, l’evento offrirà l’occasione per rilanciare la campagna refendaria e ribadire le ragioni del SI ai cinque quesiti promossi da sindacati e associazioni in materia di lavoro e cittadinanza.

Dall’abrograzione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act per fermare i licenziamenti privi di giusta causa alla cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese per innalzare le tutele di chi lavora rimettendo al giudice la determinazione del giustio risarcimento senza alcun limite; dall’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine per rendere il lavoro più stabile alla modifica delle norme che impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante per garantire maggiore sicurezza sul lavoro. Quattro quesiti in materia di lavoro ai quali si aggiunge il quinto che propone di dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza, fermi restando gli altri requisiti richiesti per ottenere la cittadinanza italiana. Una modifica che, spiegano i sindacati, “rappresenta una conquista decisiva per circa 2 milioni e 500 mila cittadini cittadini di origine straniera che nel nostro Paese, nascono, crescono, abitano, studiano e lavorano”. Quesiti dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale sui quali i cittadini dovranno esprimersi nel referendum dei prossimi 8 e 9 giugno.

Nella mattinata di domani previsto anche un volantinaggio presso gli uffici delle Poste centrali contro la chiusura degli sportelli nei piccoli Comuni delle aree interne.