Sono in tre ad essere stati arrestati per concorso di reato di rapina a mano armata per il colpo avvenuto, lo scorso 11 ottobre a Pacentro, ai danni di una ex oreficeria riconvertita ad emporio. Nel carcere di via Lamaccio, anche per i suoi precedenti, è finito Giuseppe Serva, 25 anni, mentre ai domiciliari i suoi collaboratori Manfredo Russo, 31 anni, e Federico Rubino, 25 anni considerato il basista del colpo e parente della vittima, colui che ha fornito le informazioni necessarie a recuperare la refurtiva perchè l’unico a conoscenza della cassaforte presente ancora all’interno dell’attività dove erano custoditi, appunto, i gioielli invenduti.
Le indagini portate avanti dal nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri della compagnia di Sulmona, in collaborazione con quelli di Pacentro e Raiano, hanno portato così all’arresto compiuto questa mattina su ordine di custodia cautelare. Nelle attività dei militari sono stati fondamentali le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza del paese e la collaborazione dei cittadini, alcuni dei quali hanno avuto modo di vedere, dopo il furto, l’Alfa Romeo 159 correre di gran lena dal paese per immettersi in una strada interpoderale utilizzata esclusivamente dai coltivatori. A causa di una fuga di notizie sulla stampa, i malviventi hanno fatto sparire l’auto nei giorni successivi. Ciò non è bastato, però, perchè i carabinieri hanno ritrovato il mezzo grazie ad una serie di controlli incrociati individuandola all’interno di un box privato, proprietà di un parente. Box nel quale Manfredo Russo, che ne negava la legittima proprietà, è stato poi accompagnato. Nel mezzo sono stati ritrovati alcuni anellini di congiunzione utilizzati per le riparazioni nel campo dell’orificeria che la vittima della rapina ha inserito tra il materiale rubato.
Dalle indagini, inoltre, è venuto fuori come il giorno della rapina Serva e Russo abbiano provveduto ad effettuare un sopralluogo verso mezzogiorno, mentre il colpo è avvenuto poco prima delle 20, entrambi vestiti allo stesso modo: felpa bianca con lacci neri l’uno, giubbino nero l’altro. Particolare rilevato dalla visione delle immagini video. Dei gioielli, del valore di circa 6mila euro, tuttavia, non c’è traccia. Per i ragazzi è caduto, invece, il reato di sequestro di persona per via dell’esiguo tempo in cui i proprietari sono stati limitati nella loro libertà.
Ritrovata e restituita, invece, la refurtiva, del valore di circa 2.5mila, di un furto avvenuto il 9 dicembre scorso alla Badia. I malviventi sono stati individuati ed inseguiti lungo l’autostrada A1.
Simona Pace
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