Il caso è tutt’altro che archiviato, anche se uno dei due indagati è stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio dopo le escandescenze date prima alla Caritas e poi sugli archi dell’acquedotto medievale. Ieri la procura della Repubblica di Sulmona ha infatti eseguito una perquisizione e disposto il sequestro del telefono dell’altro protagonista del raid compiuto un paio di settimane fa nel centro di accoglienza per migranti della Casa Santa dell’Annunziata. Il fine è quello di verificare eventuali contatti con gli stessi migranti o ancora collegamenti e moventi di tipo razziale che potrebbero aver spinto i due a commettere l’incursione nella quale, dopo aver minacciato con una pistola scacciacani gli ospiti della struttura, è stato ferito un richiedente asilo con una coltellata inferta dagli aggressori.
Mentre resta senza riscontri la storia raccontata da uno dei due, secondo cui il raid era una sorta di spedizione punitiva per una dose di marijuana non buona che sarebbe stata venduta da un migrante ad una minorenne, la procura vuole capire anche se dietro ai due ci sia qualcun altro: non è un caso, probabilmente, che l’altro giorno, durante la protesta del senza tetto toscano sugli archi di piazza Garibaldi, ci fosse proprio il suo “compare” sotto a sostenere il suo gesto. Se cioè dietro l’aggravante razziale che la procura ha posto come ipotesi, ci sia qualche gruppo politico o di persone che sostiene teorie basate sull’odio e la discriminazione etnica.
Gli inquirenti, d’altronde, hanno già acquisito i post su Facebook, nel quale il soggetto in questione, mostra evidenti intolleranze di tipo razziale, definendo gli immigrati “scimmioni puzzolenti”.
la caccia alle streghe? si vede che a Sulmona ormai non è rimasto nulla e occorre inventarsi pure le storie più assurde.. . mammamè…roba da matti….e qualcuno forse ci crede pure…
Ops e ora? Operazione Papavero 2?