“La nostra attenzione resterà altissima, faremo di tutto interpellando anche le autorità europee che porteremo in loco perché guardino con i propri occhi cosa significherà costruire un nuovo binario sul tracciato attuale”. Questo quanto dichiarato dal vicepresidente della Commissione regionale infrastrutture Antonio Di Marco sulla mobilitazione del COMFERR che a Manoppello ha visto oltre un migliaio di persone scendere in strada per chiedere di essere ascoltati sul progetto del raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara.
In particolare sulla variante quale alternativa all’attuale tracciato che costringerebbe intere famiglie e titolari di attività a “lasciare proprietà e investimenti per cedere il passo al secondo binario di un’opera di cui non sono ancora certi tempi e coperture”. Come spiega Antonio Di Marco presente alla manifestazione “perché queste persone meritano vicinanza dai rappresentanti delle istituzioni” e un concreto impegno per sostenere il progetto della variante e, ove ciò non fosse possibile, “per migliori condizioni di valutazione delle loro spettanze”.
Un confronto con RFI, questo chiedono COMFERR e i tanti cittadini preoccupati dall’attuazione di un progetto che comporterebbe l’abbattimento delle loro proprietà. Persone che, aggiunge Di Marco “non meritano di essere ignorate come invece RFI sta facendo da mesi a fronte di svariate richieste di incontri e confronti in commissione” per instaurare un “dialogo costruttivo che placherebbe gli animi”. E invece da Rete Ferroviaria Italiana nessuno ha risposto né alla convocazione dello scorso 30 aprile né alla richiesta di audizione urgente e di commissione straordinaria del 26 luglio, come alla richiesta audizione del 17 settembre scorso.
“RFI procede senza incontrarci parlando con i cittadini solo sulle procedure di esprorprio e bypassando la politica” incalza Di Marco chiedendosi “perché è così impossibile dare a queste comunità l’attenzione che meritano”. Per questo COMFERR e istituzioni continueranno a battersi, conclude il consigliere regionale Antonio Di Marco, affinché alle proprietà vengano riconosciute “risorse calcolate in base a un valore che non sia solo catastale ma affettivo e risarcitorio”.
Se ognuno di noi non vuole per i propri motivi la costruzione di una ferrovia di una autostrada di un ponte di una nuova linea ferroviaria l’Italia rimarrà come ora al secolo XIX o al centinaio fascista dove non si guardava nulla neanche alla popolazione o ad i reperti archeologici
A nulla
Non mi sembra al giorno di oggi sia così ma non si può dire sempre no
Forse lei non sa come sarà il tracciato
Allora nel frattempo si parta e si proceda spediti nella velocizzazione della tratta Sulmona Roma altrimenti qua non si fa né l’una né l’altra e ci rimettiamo anche noi che già siamo praticamente isolati dalla capitale e non solo
Si chiede di costruire il tracciato spostandolo dal centro abitato, no di non costruirlo
Se ognuno di noi non vuole per i propri motivi la costruzione di una ferrovia di una autostrada di un ponte di una nuova linea ferroviaria l’Italia rimarrà come ora al secolo XIX o al centinaio fascista dove non si guardava nulla neanche alla popolazione o ad i reperti archeologici
A nulla
Non mi sembra al giorno di oggi sia così ma non si può dire sempre no
Ma su quei terreni dove ora ci sono case, non esisteva il rispetto ferroviario che se non erro sono circa 10 mt? E queste case sono entro o oltre questi metri? Se sono dentro questi metri allora perché al tempo sono state autorizzate le costruzioni?
Il principio di sussidiarietà, previsto dall’ordinamento giuridico, stabilisce che le decisioni che riguardano il bene pubblico devono prevalere sugli interessi individuali, garantendo così che le esigenze della comunità siano prioritariamente soddisfatte nel rispetto dei diritti fondamentali di ogni cittadino.
Fatevi da parte!!!
SI AL RADDOPPIO E SUBITO
YES WE CAN
Sono lavori necessari che avranno una ricaduta positiva su tutti i territori attraversati dalla linea.
Bisogna andare avanti!
Il rispetto delle distanze dalle linee ferroviarie esistenti?
Trenta metri ( 30)… salvo deroghe all’italiana maniera… “ fatta la legge trovato l’inganno”… e le case costruite negli anni del dopoguerra a ridosso o in aderenza ai binari, e non solo case ma strade e capannoni industriali… ( nel merito basta dare un’occhiata alle foto aeree dell’ areonautica militare)…
di chi la colpa?
Di tutti… della società corrotta e corruttibile.
Una volta la ferrovia e le stazioni dovevano “ entrare “ nei centri abitati, si andava per lo più a piedi.
Oggi possono benissimo essere delocalizzate laddove non esistono più le condizioni necessarie di sicurezza e opportunità manutentive, quindi spostare i binari laddove possibile.
E pensare che i “ soliti noti “ con una valanga di dichiarazioni e proclami, volevano farla rimanere opera del PNRR con fine lavori e rendicontazione degli stessi tassativamente entro il 2026.
Per la fine del 2026, tra confronti, flashmob, assemblee cittadine, ricorsi e sentenze… i lavori saranno fermi ancora sulle “ carte progettuali “.
Ma una soluzione facile facile è a portata di mano… fattibile nell’immediatezza e a costi molto contenuti in confronto al raddoppio ferroviario Roma-Pescara, ( tanto i viaggiatori sempre quelli saranno: treni semivuoti), quella di implementare le corse di Autobus Regionali da e per la capitale, prevedendo abbonamenti mensili per i pendolari studenti e lavoratori, ( pulmann della linea Aeroporti – Roma – Pescara sempre pieni),… implementando Prontobus o altri vettori privati: No TUA, per carità.
Con i miliardi risparmiati si potrebbe realizzare l’alta velocità Bologna – Pescara e la terza corsia autostradale almeno fino a San Salvo.