Quaranta ore di musica e trecento denunce, è finito il rave party alla Saba

Circa trecento denunce e una serie di reati che vanno dall’invasione abusiva di immobili, al mancato rispetto della normativa sulla sicurezza e le autorizzazioni in materia di pubblico spettacolo. Dopo quaranta ore di musica, balli, droga e alcol, il rave party organizzato martedì sera nel capannone dell’ex stabilimento Saba Ceramiche di Raiano, si è concluso oggi poco prima di pranzo, quando gli ultimi irriducibili, una trentina, hanno lasciato lo stabile.
Loro, insieme ad altri circa trecento compagni, sono stati identificati dai carabinieri che da ieri mattina si sono piazzati davanti ai cancelli dello stabilimento, evitando un rischioso quanto inutile sgombero forzato.
Insomma si è andati avanti fino ad esaurimento forze, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, anche perché i commissari liquidatori della Saba Ceramiche, azienda fallita nel 2009, gli avvocati Paolo Sanbenedetto e Marialba Cucchiella, hanno formalizzato una denuncia.
“Sono stati forzati i lucchetti d’ingresso – spiega Sanbenedetto – e ci risultano anche dei danni arrecati ad una porta posteriore e agli uffici nel piano rialzato”.
I carabinieri stanno ora cercando di ottenere qualche informazione aggiuntiva dalle telecamere di sorveglianza poste nello stabilimento, sia per sapere materialmente chi abbia fatto da apri porta, sia per eventualmente individuare il “basista”, verosimilmente una persona del posto, che ha suggerito la location.
Il rave alla Saba Ceramiche sembra sia solo una tappa della carovana di giovani provenienti da tutta Europa che a migliaia si spostano da qualche settimana lungo lo Stivale: da Bologna a Fermo, da Raiano al casertano, fino ad arrivare in Sicilia.
Per loro quasi un tour tra gli scheletri dell’archeologia industriale del Paese: capannoni dismessi, simbolo di un’Italia che non c’è più, dove alla forza lavoro si sostituisce la potenza della musica. Dentro lo stabilimento Saba Ceramiche, infatti, sono stati montati per quasi due giorni, gruppi elettrogeni in grado di alimentari due potenti colonne di amplificazione, stand per cibo e bevande, bancarelle di vestiti e artigianato. Una macchina ben organizzata, insomma, che ha fatto tappa nel cuore di un Abruzzo interno dove, a ben vedere, di location simili ce ne sono purtroppo in gran numero. E chissà, qualcuno se lo augura, che qualche altro rave torni presto a riempire quei vuoti.

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