La sua disponibilità a risolvere positivamente la vertenza del punto nascita di Sulmona l’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci l’ha ribadita ieri in un incontro avuto con i consiglieri comunali di opposizione Maurizio Balassone, Elisabetta Bianchi e Bruno Di Masci: la deroga è possibile, insomma, se il pressing sarà fatto sia sul piano tecnico che su quello politico.
Come dichiarato in un’intervista al Messaggero qualche giorno fa, d’altronde, Paolucci ha detto che al Tavolo di monitoraggio che si terrà a metà novembre andrà a chiedere cosa fare per mettere in sicurezza la deroga, cioè cosa è ancora nelle facoltà della Regione e quindi della Asl per poter ottenere il via libera al mantenimento del servizio. Fin dove potrà arrivare la parte tecnica, insomma, che però, contestualmente dovrà essere sostenuta dalla lettura corretta della documentazione agli atti: un’opera di “ermeneutica” per la quale un importante ruolo dovrà svolgerlo la politica.
E qui entra in gioco la senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo, contro cui, però, ancora oggi, dopo il duro attacco del sindaco sul metanodotto, la maggioranza di palazzo San Francesco si scaglia accusando il governo gialloverde di voler “spezzare il crine di cavallo che sorregge la spada di Damocle che pende su questo territorio”. La maggioranza evidenzia come i dati utilizzati dal Cpn per il suo parere siano falsati e d’altronde basta rileggere il parere che nel 2015 fu consegnato dall’Agenas e dal Cpn regionale per capire come i tempi di percorrenza siano ben oltre i 60 minuti ipotizzati, arrivando oltre i 90, senza contare le condizioni meteorologiche avverse. Tant’è che in quella relazione si consigliava di non chiudere il punto nascite di Sulmona fin quando non fosse stato attivato un servizio di elisoccorso anche notturno, con tanto di basi per il rendez vous con le ambulanze.
Il clima di unità la maggioranza, però, lo infrange ancora una volta puntando il dito contro l’unica senatrice della Valle Peligna: “Troviamo fuori luogo la polemica della senatrice riguardo l’invito alla commissione straordinaria sulla sanità – scrive in un comunicato la coalizione Casini – vista la chiara volontà di spostare l’attenzione dallo scempio che il ministero presieduto da un ministro pentastellato si appresta a fare”. Che poi, a dirla tutta, non si è capito per quale motivo la commissione straordinaria sia stata tanto blindata, al punto da non permettere l’accesso neanche ai giornalisti e dal dover affidare all’opposizione il compito di invitare la Di Girolamo: quali segreti e quali omissioni dovevano confessarsi gli interlocutori?
“Quindi chiediamo – continua la maggioranza Casini nei confronti della senatrice – che impieghi il tempo non a scrivere post sui social ma a cercare di ottenere un incontro con il ministro Grillo così da poter ribadire in maniera unita e senza prese di posizione di parte la ferma contrarietà alla chiusura del punto nascite di Sulmona”. Il clima non è proprio dei più sereni, insomma: Metternich ai “civici” gli fa un baffo.
Ma la maggiornaza non è quella che – unico caso nazionale – ha votato il declassamento dell’ospedale da DEA di 1° livello a presidio ospedaliero di base?
Di cosa parlano ora?
Tranquillo… più fanno cosi più si scavano la fossa da soli.