L’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì si difende e smentisce che “l’attuale governo regionale non stia facendo nulla a tutela del punto nascita di Sulmona”. E’ che, dice, la vicenda è complessa tanto che la Regione ha attivato un tavolo tecnico sul riordino della rete ospedaliera nel quale si sta predisponendo “il cronoprogramma per la messa in sicurezza del punto nascita del presidio peligno, così da portare a Roma una proposta concreta, che potrà essere sottoposta a un esame oggettivo da parte dei funzionari ministeriali”. Quando, però, non è dato sapere, non di certo al prossimo appuntamento fissato ai primi di giugno, come la stessa Verì ammette. E i tempi non sono di secondaria importanza, perché il ministero ha comunque dato quindici giorni di tempo dal ricevimento del verbale (tre giorni fa) per adempiere alle prescrizioni fatte sui punti nascita, pena il blocco di fondi per circa 70 milioni di euro.
L’assessore, poi, se la prende con il suo predecessore: “Sono anni che il tavolo di monitoraggio ministeriale – spiega – chiede la chiusura della struttura perché non rispetta gli standard di sicurezza, ma chi mi ha preceduto non ha fatto assolutamente nulla per individuare una soluzione alla vicenda: si è semplicemente ignorata la richiesta, ben sapendo che il problema non si sarebbe risolto da solo e si sarebbe ripresentato alla prima scadenza utile”. Ma anche questo non è propriamente vero, perché, nei fatti, è la prima volta, con il cosiddetto “protocollo 15” che Il Germe ha svelato in anteprima, che la Regione risponde al ministero annunciando di aver dato mandato ai direttori generali di procedere alla chiusura. Prima, infatti, agli atti, per quanto riguarda il punto nascita di Sulmona, si registra la richiesta di deroga fatta da Paolucci nel novembre del 2017 e la famosa risposta arrivata dal ministero ad ottobre dello scorso anno nella quale si citava il parere negativo della Cpnn (commissione percorsi nascita nazionale). Dunque a marzo e aprile scorsi, quando il Tavolo è stato riaperto, non si è portata avanti l’ipotesi di salvaguardia, ma si è rassicurato il ministero sul fatto che è stato dato mandato ai direttori per la chiusura. Tanto da provocare la presa di distanza del consigliere regionale di “maggioranza” Marianna Scoccia.
“Non abbiamo piena autonomia decisionale, essendo sottoposta ancora a piano di rientro – aggiunge la Verì -. Questo vuol dire che ogni scelta deve essere validata dal tavolo ministeriale, al di là di quella che può essere la volontà politica e nonostante le pur legittime rivendicazioni che arrivano dai territori”.
L’autonomia vale evidentemente solo per la classificazione dell’ospedale di Castel di Sangro ad ospedale di base.
Furioso il Pd provinciale: “Il governo delle bufale continua a prendere in giro le persone e i territori, smentendo mesi di false promesse sul punto nascita. Avevano promesso di intervenire per salvare il reparto e invece scopriamo, nello sgomento generale, che la Regione è destinataria della richiesta di disattivazione del servizio – dichiara il segretario provinciale e commissario del PD sulmonese Francesco Piacente – è così che Movimento cinque stelle e Lega, al Governo del Paese, portano a compimento la chiusura del punto nascita avviato dal centrodestra. Ed è assordante il silenzio degli esponenti politici peligni che fanno parte della maggioranza parlamentare giallo-verde, al pari degli esponenti regionali del centrodestra che non assumono in queste ore alcuna posizione contro la decisione del Governo – conclude Piacente – Il Partito democratico sarà impegnato con tutte le sue energie per dare voce al territorio. Saremo al fianco delle forze sociali, sindacali, civiche e di tutti i cittadini peligni abbandonati da movimenti politici inaffidabili che hanno tradito tutte le loro promesse. Solleciteremo in tutte le sedi istituzionali l’accoglimento delle istanze formulate dalla Giunta regionale di centrosinistra per le quali veniva richiesta la deroga alla chiusura del reparto di neonatologia dell’ospedale SS. Annunziata in virtù delle particolari condizioni orografiche del territorio peligno: su questo misureremo l’impegno e la lealtà al territorio delle forze politiche di governo nazionale e regionale”.
Nella risposta della Verī nessun accenno sulla riclassificazione dell’ospedale sulmonese… un’autonomia regionale parziale!!!
Come un blocco di favella… a comand, anzi comandato da 70 milioni di euro 😉