Punto nascita, il ministero conferma: “Programmare la chiusura”

Non è andata bene al Tavolo di monitaraggio di ieri, quello nel quale il ministero della Salute doveva discutere, tra le altre cose, il futuro del punto nascita di Sulmona. Al termine dell’incontro, infatti, il dicastero guidato da Giulia Grillo ha acquisito formalmente il parere del Comitato percorso nascite nazionale, quello che esprime parere favorevole alla chiusura, e ha annunciato alla Regione di dover inserire il cronoprogramma della chiusura del punto nascita nella certificazione Lea 2017, ovvero tra gli adempimenti che dovranno essere assolti per raggiungere le premialità previste dalla procedura.

Che tradotto vuol dire che o la Regione chiude il punto nascita di Sulmona, oppure l’Abruzzo non incassa i circa 70 milioni di euro che le erano stati assegnati per aver migliorato l’offerta sanitaria e i suoi conti.

Dal canto suo l’assessore alla Sanità Silvio Paolucci prende tempo, nella speranza che un ravvedimento politico “che a questo punto deve essere a livello nazionale, perchè noi la deroga la abbiamo già valutata e chiesta”, possa in qualche modo cambiare le sorti del reparto dell’Annunziata.

“Il problema principale è a mio avviso quello del punto B del parere – spiega Paolucci – ovvero quello che non riconosce l’area peligna come area disagiata. Perchè sulla cosiddetta check list, cioè le cose da fare tecnicamente per mettere in sicurezza il reparto, si tratta di rilievi di poco conto e comunque spiegherò al ministero che Regione e Asl si impegneranno a risolverli. Diversa è la questione delle distanze e del principio di area disagiata, che pure era stato sottolineata nel parere dell’Agenas che abbiamo prodotto agli atti”.

Resta da capire, insomma, perchè il Cpnn abbia indicato tempi di percorrenza verso l’ospedale più vicino (60 minuti dal punto più lontano) diversi, e a dire il vero non veritieri, rispetto a quelli indicati dall’Agenas che, al contrario, aveva spiegato cartina alla mano come alcune zone interne sono distanti dai presidi ospedalieri oltre 90 minuti e senza tener conto delle condizioni metereologiche avverse.

Nessun cenno, ancora, è stato fatto poi, ad esempio, sulla indicazione e prescrizione di attivare il servizio di elisoccorso anche notturno con basi rendez-vous per il trasporto dei pazienti. Un ministero sordo, insomma, che si è allineato senza indugi al parere dato dal Cpnn e che, di questo passo, porterà alla chiusura del punto nascita.

Tornando ai tempi: il ministero ora dovrà mettere nero su bianco quanto detto ieri nell’incontro del Tavolo di monitoraggio, poi la Regione dovrà rispondere e il ministero controdedurre. Un processo per il quale ci vorranno mesi e che probabilmente andrà oltre il 10 febbraio, quando verosimilmente sui banchi della Regione ci sarà qualun altro. E allora il problema sarà solo delle partorienti delle aree interne.

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