Protocolli e chiodi: la doppia faccia della convivenza uomo-animale nell’area Parco

Documenti burocratici e assi di legno con spuntoni dietro ai colorati petali (finti) di una fioriera. Sono le due facce della convivenza, non sempre semplice, tra uomo e fauna all’interno del perimetro del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Segni di civiltà e modi barbari per limitare l’ingombrante presenza animale che da queste parti non è mai stata ospite. E se Ortona dei Marsi, ieri, ha sottoscritto un protocollo per diventare una sorta di realtà a misura d’orso, a Pescasseroli, qualche cittadino ha ben pensato di allontanare i gatti randagi con delle vere e proprie trappole.

A Ortona dei Marsi le prove di coesistenza tra l’uomo e l’orso bruno marsicano vanno avanti da anni e sono state messe nero su bianco con il protocollo d’intesa per realizzare il programma “Bear Smart Community – Comunità a Misura d’Orso“. Un documento che invita alle buone pratiche la comunità locale, incastonata in uno snodo con l’area contigua e il Parco Naturale del Sirente Velino, intersezione ma anche casa e habitat del plantigrado abruzzese.

Centrale, nel protocollo tra ente Parco e Comune di Ortona dei Marsi, la nascita del Comitato della Comunità, composto da allevatori, agricoltori, operatori turistici e cittadini. A loro il compito di evitare conflitti con l’orso, oltre a tutelare la biodiversità del territorio.

C’è chi, invece, a Pescasseroli sceglie la via della giustizia privata. Quella un po’ cruenta e perfida. Una tavola di legno, dietro a un vaso di fiori, con dei lunghi chiodi rivolti verso l’alto. Un deterrente simile a quello utilizzato per allontanare i piccioni da cornicioni e grondaie. Il bersaglio, però, sarebbero i gatti randagi che circolano nel paese simbolo del PNALM. La denuncia arriva da Francesco Gentile, che sul proprio profilo Facebook ha pubblicato lo scatto della trappola allestita contro i felini, chiedendo al sindaco, Giuseppe Sipari, di intervenire il prima possibile.

“Vergognatevi – scrive -, ci sono altri metodi meno invasivi per allontanare i gatti, questo è maltrattamento di animali passibile di denuncia alle autorità, mi auguro che il sindaco Giuseppe Sipari, faccia togliere quelle trappole micidiali per i gatti e, richiami chi di dovere al rispetto della legge sul maltrattamento degli animali”.

“Menomale che viviamo dentro un parco che protegge gli animali – si legge in un commento -, ma non deve essere solo per gli animali selvatici, ma anche per gli animali domestici e randagi”.

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