Si chiama Cansano–Ocriticum la “nuova” fermata che sabato 15 giugno ha accolto per la prima volta i passeggeri del treno storico della Ferrovia dei Parchi. Una data da ricordare per la linea Sulmona-Isernia che ha offerto ai passeggeri l’occasione di vivere un’esperienza unica ai piedi della Maiella, grazie a una fermata ferroviaria realizzata all’interno di un contesto naturale che ospita un sito archeologico, quello di Ocriticum risalente all’epoca italica e romana, situato nel Comune di Cansano, nel Parco Nazionale della Maiella.
Un’idea quella della Cansano–Ocriticum risalente al 1998 quando Rosanna Tuteri, allora direttrice degli scavi per conto della sovrintendenza, pensò a una fermata nei pressi del sito allora interessato dagli scavi archeologici; progetto poi dimenticato fino a quando nel 2016 il Comune di Cansano inoltrò una prima richiesta a RFI per realizzare al km 22 della linea Sulmona–Isernia un’apposita fermata dotata di marciapiede ed illuminazione per consentire il passaggio di treni storici e turistici. Richiesta poi ribadita nel 2020 con l’idea di valorizzare quel parco archeologico già istituito nel 2004 ma mai decollato da un punto di vista turistico. “L’idea di una fermata ferroviaria sembrava quella giusta per restituire al sito di Ocriticum il suo reale significato” spiega Pasquale Di Giannantonio consigliere comunale di Cansano e principale sostenitore all’interno dell’amministrazione della riattivazione dell’antico casello ferroviario.
Tanto da coinvolgere nel progetto altre realtà locali per interloquire con Fondazione FS Italiane, gestore delle tratte ferroviarie turistiche, che ha permesso di “reperire i fondi necessari individuandoli in una specifica linea di finanziamento dedicata dallo Stato alle tratte storiche” spiega Claudio Colaizzo tour operator Pallenium Tourism attivamente coinvolto nel progetto. Fondi con cui è stato ristrutturato il casello della linea ferroviaria riaperta nel 2014 solo per i treni turistici e che ha permesso di accogliere sabato scorso i primi visitatori del parco archeologico.
Luogo dove affondano le nostre radici come dimostrano le testimonianze dell’antico santuario che lì sorgeva, in quel punto di sosta riportato anche da alcune carte stradali del 3 secolo d.C. dove accanto ai nomi di Sulmo, Corfinium e Aufidena veniva indicata anche l’antica Mansio Iovis Larene che Ezio Mattiocco ha poi individuato nella zona di Cansano. Ripercorrendo l’antico banco stradale romano che dall’antica fontana del Vecchio nel centro storico di Sulmona passava per quello che oggi è corso Ovidio per poi salire sul colle Savente ed arrivare fino all’attuale sito archeologico.
“Con la riattivazione della fermata di Ocriticum possiamo ripercorrere la stessa strada che gli Italici e i Romani percorrevano migliaia di anni fa – continua Di Giannantonio – partendo dall’antica Sulmo e fermandosi per una sosta in un luogo sacro dove onorare gli dei prima di riprendere il cammino”. É questo il “senso” della fermata storica che ha riacceso i riflettori su un luogo il cui legame con il nostro territorio è più che evidente. “Basti pensare alla calcara – continua il consigliere comunale – l’antica fornace rinvenuta nel sito che ha evidenziato come il metodo di produzione della calce utilizzato a Cansano fino ai tempi dei nostri nonni era lo stesso di 2000 anni fa”, come pure la ipotizzata presenza del culto di Demetra e Kore e della dea Venere, culti associabili a quelli mariani dove le sacerdotesse organizzano le cerimonie, testimonianze di una femminilità del culto religioso da sempre molto forte a Cansano.
Continua Pasquale Di Giannatonio a raccontare di un sito la cui storia recente non rende omaggio alle tante ricchezze non solo storiche che esso conserva: è quasi impossibile credere che in vent’anni di parco archeologico pochi siano stati i visitatori come pochi coloro che di Ocriticum abbiano sentito parlare, “eppure è così” aggiunge il consigliere comunale che da etnomusicologo non può che condividere la gioia della “nuova” fermata. “Siamo ora in attesa del ripristino della funzionalità dell’ultima fermata molisana, quella di Carpinone – aggiunge Colaizzo – la cui stazione è stata completamente ristrutturata e riallacciata con il binario proveniente da Sulmona”, pensando ad un futuro collegamento fino a Napoli.
Intanto il plauso per l’appuntamento di sabato scorso fortemente voluto da Ferrovie dei Parchi come ricorda Di Giannatonio che ringrazia l’ente per aver inserito Ocriticum in un percorso culturale e naturalistico ripreso anche dalle telecamere RAI presenti a bordo del treno. Prossimo viaggio per Cansano Ocriticum il 13 luglio in attesa di assistere alla vera e propria inaugurazione di una fermata che più che nuova, sarebbe meglio definire storica.
Elisa Pizzoferrato
E così, anziché dannarsi l’anima per un capoluogo di regione totalmente isolato dal resto del mondo.. anziché darsi da fare per dotare L’Aquila di collegamenti ferroviari ad alta velocità con le principali città d’Italia (banalmente Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Bologna ecc.) questi stanno a costruire stazioni in città che non esistono, dove ci sono solo pietre e zero abitanti!
Mai visto così tanto spreco di denaro e mai vista una città così prestigiosa e importante trattata come una pezza da piedi da amministratori pubblici incompetenti!
Povera L’Aquila!
Certe notizie hanno il potere di farmi venire l’acidità di stomaco: pazzesco!
Abbiamo già Pescara
con tutti i collegamenti utili alla regione Abruzzo, farne altri sarebbe un ulteriore sperpero di denaro.
Al limite potenzierei l’attuale aeroporto d’Abruzzo
Errato!
1) “Abbiamo già Pescara” Lei può dirlo a Montesilvano o, al limite, a Chieti: L’Aquila ha solo L’Aquila, con le sue 99 cannelle ma senza una vera ferrovia e con un aeroporto (Preturo) volutamente declassato;
2) L’ABRUZZO INTERNO (e non solo: veda p.es. il reatino) oppure – oserei addirittura dire – l’ABRUZZO INTERO necessita che le risorse siano concentrate sul suo polo socio-culturale-economico, ossia sull’Aquila, dotandola innanzitutto di collegamenti strategici. E qui invece stanno a costruire stazioni nel deserto!
Forse non hai capito che a noi dell’aquila non c’è né può fregare di meno.
Non conta nulla nemmeno a livello regionale. Pescara è anni luce avanti
Una volta esisteva la linea ferroviaria Sulmona, Carpinone, Napoli. Ora praticamente il nulla!
Minghiavé,oggi ti sei svegliato storto.
Non fai altro che rosicare.
Un plauso alla dottoressa Tuteri ed alla giornalista Elisa Pizzoferrato.
Stavolta mingaver ha ragione! Ci vorrebbe proprio una nuova ferrovia comoda e veloce per invertire il flusso dei rifiuti
Ma ci stai di testa? Hai il coraggio di parlare di l’aquila abbandonata quando è la città acchiappatutto.. Col terremoto anziché ricostruire le case avete rifatto strade, già in buone condizioni, e di tutto di più.. Sempre lì a piangere non cedendo mai niente a nessuno.. Ora avete stufato e il resto della provincia dovrebbe, anzi deve, cominciare a ribellarsi al vostro, come detto, acchiappatutto..