Non convince neanche i carabinieri, o meglio il sindacato dell’Arma, la proroga che il governo ha pensato per i tribunali minori abruzzesi, con un rinvio di un solo anno della chiusura (che slitta alla fine del 2024) e, soprattutto, la mancata riapertura delle piante organiche. La carenza di addetti nelle cancellerie, divenuta grave in alcuni dei quattro presidi abruzzesi che resistono, sta creando infatti problemi e inefficienze che, in qualche modo, finiscono con l’affossare le ragioni della salvaguardia dei tribunali non di provincia in Abruzzo, l’unica regione “scampata” alla riforma del 2012 e che, al tempo, grazie al terremoto ottenne una proroga poi reiterata negli anni. Di anno in anno o quasi.
“Accogliamo favorevolmente l’approvazione dell’emendamento al Decreto Milleproroghe relativo alla posticipazione della chiusura dei Tribunali abruzzesi di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto al 1° gennaio 2025 – scrive la segreteria regionale di Unarma -. Tuttavia l’assenza nel provvedimento di prospettive progettuali per i tribunali minori d’Abruzzo, sia per quanto riguarda la riapertura delle piante organiche necessarie per una migliore operatività dei presidi nonché la mancata previsione di tavoli tecnici per la rivalutazione della geografia giudiziaria, lascia l’impressione di un decreto monco che di fatto rinvia non fornendo la soluzione del problema. Come già in passato affermato, riteniamo che la presenza di presidi giudiziari di prossimità sia un presupposto fondamentale per garantire un elevato livello di legalità anche nelle aree interne e nei territori distanti dai capoluoghi provinciali che, come i fatti di cronaca sempre più spesso ricordano, sono ormai interesse delle attività illecite della malavita organizzata”.
L’arma dei carabinieri deve essere ugualmente abolita, come tutti i corpi militari e civili che esistono da prima della proclamazione della Repubblica,e con una netta e decisa riforma deve nascere un altro corpo di polizia che si chiami polizia repubblicana o guardia repubblicana , polizia democratica etc. con uno statuto nuovo che faccia; senza tradizioni scomode; riferimento ai nuovi valori sociali ed europei.È vergognoso per la nazione avere una Presidenza della Repubblica in una reggia e con le guardie reali sabaude portate dal Piemonte, da un precedente regime che è stato allontanato per indegnità dalla volontà popolare.Sembra che al Re gli abbiano fregato solo la poltrona per prendersi loro la paga annuale ed il resto è rimasto tutto esattamente come prima.
Davvero questi CC sono una dimenticanza.Come L’AGIP, già il CLN, già il 1944 aveva dato incarico ad Enrico Mattei per la liquidazione, poi hanno trovato qualche secchio di petrolio in
Valpadana e hanno tirato avanti ed ancora esistono benché dovevano essere chiusi 80 anni fa. Però i CC sono le forze armate, non sono un azienda commerciale di istituzione fascista, e dipendevano direttamente dal RE.Ora il paradosso è che il Presidente della Repubblica è il Capo di quelle stesse Forze Armate che dipendevano dal RE, quindi figuriamoci che Repubblica siamo e come siamo credibili,se, anche i corazzieri tentò di buttarli fuori dal Quirinale già Enrico De Nicola non appena si insediò,ma rifiutarono di andarsene perché non sapevano dove andare. È vero che molti adeguamenti alla Costituzione sono stati sempre rimandati perché le riforme costano ed hanno lasciato le stesse istituzioni del fascismo per risparmiare,ma ora, con maggiore benessere finanziario,le riforme democratiche e repubblicane si debbono eseguire.Quindi la liquidazione dei Carabinieri e la fusione delle altre polizie dovrebbe essere imminente in funzione anche di uniformazione UE.
Vabbè ma è una deviazianza generale. Mattarella adesso non ha vergogna di farsi un secondo inopportuno mandato,non se ne va, non è più vecchio. U cutraru basta che acchiappa i picciuli. U figghiu ha fatto dichiarare anticostituzionale anche l’art. 177 del codice appalti perché Mazzoncini può pagare larghissime parcelle che si possono ripercuotere ovunque,e questa è l’Italia. Saluti.