E’ stato celebrato questa mattina in modalità remota, ognuno dalla propria postazione, il primo processo penale telematico a Sulmona. Alla “sbarra”, almeno virtuale, Gaspare Bonomo, quarantacinquenne di Introdacqua, arrestato un paio di settimane fa per aver violato il regime di sorveglianza a cui era sottoposto. L’uomo, infatti, la notte del 9 aprile era uscito di casa in piena notte (nonostante la sorveglianza speciale e nonostante il decreto anti Coronavirus) e, incrociati i carabinieri, era fuggito a bordo della sua auto e poi a piedi nelle campagne. I militari dell’Arma, però, lo avevano aspettato a casa e quindi tratto in arresto.
Questa mattina si è tenuto così il processo per direttissima, con l’imputato collegato in videoconferenza dal carcere di Avezzano, il suo avvocato, Alessandro Margiotta, dal suo studio, il giudice Giuseppe Ferruccio e il pubblico ministero Stefano Iafolla, dai loro rispettivi uffici del tribunale di Sulmona.
Si tratta di uno dei pochi processi telematici celebrati in Italia dall’inizio dell’emergenza Covid e d’altronde il tribunale di Sulmona sull’innovazione tecnologica sta lavorando da tempo.
Per la cronaca l’uomo è stato condannato ad un anno, un mese e dieci giorni di reclusione, da scontare agli arresti domiciliari.
Davvero una pena esemplare.. povero Bonomo qual crimine mai ?! Poveri noi in mano a questi giudici che assolvono spacciatori e condannano persone che hanno sbagliato certamente ma la pena è dura !! Con che coscienza… vergogna
un anno ai domiciliari non mi pare una pena così dura ai tempi del corona virus. o mi sbaglio?
Nulla da dire a questo processo per carità…ma per il codice di comportamento assunto assiduamente dal tribunale di sulmona(garantista con i spacciatori e giustizialista a caso)
forse sia meglio che chiuda una volta per sempre
Deve chiudere….ognuno fa quello che vuole..i parenti lavorano con loro…un tribunale che sembra un mercato..