Ci vorrà del tempo ancora, perché nei fatti poco e nulla è cambiato da quando il Piano regolatore generale venne definito e aggiornato nel 2013. Bisognerà fare la ricognizione sugli Usi civici, sottoporre la procedura a Vas (valutazione ambientale strategica), quindi procedere all’adozione, all’approvazione in consiglio, alle osservazioni e le controdeduzioni, e ancora la conferenza dei servizi e l’approvazione finale. Anni, insomma. Tenendo anche conto che bisognerà dialogare con i privati per uno strumento di programmazione che coinvolge tra le 10mila e le 15mila proprietà.
“Ma l’intenzione è quella di portare a termine l’iter nel corso di questa sindacatura” commenta il primo cittadino Annamaria Casini.
Così oggi l’ingegner Giovanni Crocioni, autore del Prg, ha illustrato ai capigruppo in consiglio lo strumento urbanistico che, chissà, prima o poi arriverà ad essere approvato dopo anni “di continui stop – ha spiegato Crocioni – dovuti alla caduta delle amministrazioni comunali negli ultimi anni”. Anche se tra una quindicina di giorni se ne andrà la principale artefice, la dirigente del settore Urbanistica Katia Panella e vista la complessità del progetto non sarà cosa semplice e immediata per il suo successore calarsi nei meandri di regole e regolamenti destinati a governare lo sviluppo edilizio e non solo della città.
Un Piano articolato e complesso che prevede una superficie potenzialmente edificabile di 197mila metri quadrati, con l’introduzione del principio della perequazione urbanistica che permette ai proprietari di non incorrere in un’improvvisa tassazione della proprietà (perché quando un terreno diventa edificabile, automaticamente si applicano ad esso le tariffe catastali conseguenti) e al Comune di evitare di sborsare soldi, che non ha, per gli espropri.
La perequazione funziona così: se ho un pezzo di terreno e voglio edificarci su, la metà la cedo al Comune senza pagare oneri aggiuntivi e l’altra metà (la percentuale dipende però dalle zone) può essere edificata con indici però più bassi. Escludendo il lotto di Villa Sardi (su cui in parte insistono ancora dei vincoli), è stato calcolato che il Comune potrà ottenere circa 8mila metri quadrati di terreni perequati, individuati in zone definite che insistono sostanzialmente tra via Pola e via Cappuccini, via Vecchia di Cansano e via Valle.
Premialità sono poi previste per chi ristruttura in centro storico, con bonus di cubatura fuori la città consolidata che vanno dal 100% del ristrutturato al 200% nel caso si tratti di edifici da abbattere e ricostruire. C’è poi la possibilità di trasferimenti di cubatura ovvero di cedere alcune zone per edificare in altre.
“Il Piano si prefigge alcuni obiettivi strategici – ha spiegato Crocioni – che sono il sostegno alle attività turistiche, l’idea di rafforzare la città come erogatrice di servizi per il territorio, salvaguardare il patrimonio edilizio con adeguamenti sismici ed energetici, valorizzare i parchi fluviali. Questo perché per essere realisti ci dobbiamo aspettare un lungo periodo di stagnazione – ha aggiunto l’ingegnere – per questo dobbiamo mettere a risorsa il patrimonio, limitando l’uso del terreno e salvaguardando un impianto urbanistico che a Sulmona è di primo ordine, perché ha un centro storico uniforme e ben conservato e perché non ha periferie oppressive”.
Per il momento c’è almeno qualcosa di cui discutere. Ed è già qualcosa.
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