Prepararsi al matrimonio: formazione alla “wedding destination”

Tanti gli spunti di riflessione emersi al convegno “Wedding destination e turismo delle radici” svoltosi ieri a Città Sant’Angelo. Organizzato dall’associazione culturale Weddind Bureau con il contributo del Comune di Città Sant’Angelo e della Camera di Commercio Chieti-Pescara, il convegno ha offerto l’occasione per un confronto tra le diverse figure istituzionali e professionali chiamate ad operare nel settore turistico per uno sviluppo che a partire dall’organizzazione dei matrimoni nei borghi sappia mettere a frutto le enormi potenzialità di un territorio dove la parola d’ordine è “formazione”. A dare l’esempio lo stesso comune di Città Sant’Angelo, borgo pilota nell’organizzazione dei matrimoni in Abruzzo, che dal 2019 ad oggi ha fatto registrare un incremento di matrimoni del 44,4%, “segno di una crescita importante nel segmento wedding destination” ha commentato il sindaco Matteo Perazzetti all’apertura del convegno.

Numeri confermati dal presidente della Camera di Commercio Chieti-Pescara Gennero Strever che, a dimostrazione della fiducia nella crescita del settore, ha ricordato come l’ente camerale abbia inserito il tema dell’organizzazione dei matrimoni nella programmazione pluriennale 2023-2025 insieme al turismo delle radici. Questo l’altro tema discusso durante il convegno che ai viaggiatori che vanno alla scoperta delle proprie origini ripercorrendo luoghi della loro infanzia o quelli in cui i loro antenati hanno vissuto, ha dedicato importanti interventi. Come quello di Maximiliano Manzo coordinatore Regione Abruzzo per il progetto “Turismo delle Radici” del MAECI, per il quale occorre “sensibilizzare le comunità locali” per fare dell’Abruzzo un luogo di tradizioni e culture “dove gli operatori però devono essere in grado di accogliere gli ospiti e rispondere ad ogni loro esigenza”.

A sottolineare l’importanza del “saper fare accoglienza” Laura D’Ambrosio, division manager Italy for Wedding che in essa vede la chiave per uno sviluppo importante del settore turistico. “Nel 2022 due milioni sono state le presenze turistiche collegate alla wedding destination nel nostro Paese per un fatturato di quasi 600 milioni di euro”. E se la Toscana resta la prima regione d’Italia scelta dagli sposi il dato da non sottovalutare per la nostra regione è che “aumenta la permanenza media degli invitati che approfittano del matrimonio per viaggiare e scoprire la destinazione” conclude D’Ambrosio. Che “bisogna essere pronti” lo ha ricordatoanche Massimo Garini, architetto e designer di eventi per il quale la formazione resta fondamentale per “essere preparatti all’accoglienza e alla mediazione culturale”, strumenti indispensabili per cogliere le enormi potenzialità dei matrimoni degli stranieri in Italia. “C’è una ricaduta economica molto forte durante l’evento che dura almeno tre giorni – spiega Garini – non solo per gli hotel ma anche per gli esercizi commerciali della zona”.

Obiettivi importanti per i quali occorrono strategie integrate come quella avviata quest’anno tra il ministero della Cultura e il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale per la promozione dei viaggi in Italia degli italiani residenti nel mondo. E come la collaborazione tra la Wedding Bureau e la CIM Confederazione Italiani nel Mondo, annunciata dal suo presidente Angelo Sollazzo “per potenziare numeri già importanti”.

Con l’intento di “allargare in tutta la regione le competenze che il comune di Città Sant’Angelo, già pronto ad accoglietre i matrimoni degli stranieri, ha acquisito” Francesca Schunck presidente dell’associazione Wedding Bureau ha chiuso la sessione pomeridiana lasciando spazio alla formazione che resta la componente fondamentale per la crescita della nostra regione nel settore della wedding destination.

1 Commento su "Prepararsi al matrimonio: formazione alla “wedding destination”"

  1. E basta con questo “inglesismo” da quattro soldi!

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