Premio Sulmona, 600 presenze per la 45esima edizione

Con le sue 600 presenze stimate il Premio Sulmona chiude la 45esima edizione. Sabato scorso l’ultimo atto per la manifestazione promossa dall’associazione sulmonese Il Quadrivio presieduta da Raffaele Giannantonio. Un momento per fare arte e non solo.

Quest’anno, per la prima volta, il Premio è stato aperto anche alle sezioni fotografia e design che si vorrebbero rafforzare nella prossima edizione magari aprendo uno spiraglio anche all’architettura. Presente, durante l’ultima giornata, anche il giornalismo nelle figure di Luca Telese, Eleonora Daniele, Stefano Sassi e per la comunicazione Monica Macchioni. Un momento per uscire e soffermarsi a riflettere anche sul concetto di giornalismo in Italia, in serie difficoltà.

E poi la cultura con il Premio alla scrittrice abruzzese de “L’Arminuta” (presto in versione cinematografica) Donatella Pietrantonio arrivata in città sabato mattina per un dibattito in cui si è parlato dei temi centrali nei suoi romanzi.

Il Premio Sulmona, nelle sue novità, pare essersi messo in cammino verso una importante fase di trasformazione, pronto ad aprire le porte alle mille sfumature di quella che può essere definita arte, che cambia, subisce metamorfosi, influenze artistiche o sociali. Un processo da condurre lentamente.

Tra i tanti quadri in mostra (circa 150) ne sono balzati agli occhi tanti anche dal carattere fortemente sociale, una denuncia che traspare attraverso le opere come nel caso di Il Va di Angela Consoni.

Ma si sa che l’arte contemporanea all’effetto dell’impatto associa quasi sempre quella del concetto ed è quanto mai difficile apprezzare appieno un’opera quando non se ne conosce il pensiero dell’autore. Diverse poi le sperimentazioni che nella contemporanea è facile osservare. Tantissimi i quadri originali e dalle tecniche particolari in un Polo Museale Diocesano pieno di opere per l’allestimento curato dall’artista pratolano Silvio Formichetti.

Un successo per Giannantonio: “E’ stata un’impresa spettacolare ma durissima, perché se è difficile creare lo è molto di più conservare e aggiornare nel rispetto del preesistente”.

Simona Pace

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