La musica non cambia per l’associazione Camerata Musicale Sulmonese e stavolta suona come un Requiem. “Mai come quest’anno il Concorso Internazionale di canto lirico M. Caniglia è a rischio” con queste parole esordisce il presidente dell’associazione sulmonese Vittorio Masci nella conferenza stampa di questa mattina, organizzata con il preciso obiettivo di lanciare un appello. Appello disperato di chi non ha nulla in cassa e spera che nel giro di qualche mese arrivino le risorse economiche necessarie all’organizzazione della 34esima edizione del concorso. Ma 60.000 euro non sono pochi e se per ottenerli occorre ‘lottare’ contro una ‘folle’ burocrazia e scelte politiche a volte incomprensibili, la sfida diventa quasi impossibile.
Finiti i tempi in cui il Comune prima e la Regione poi contribuivano a sostenere una delle manifestazioni più prestigiose d’Italia, oggi non resta che ‘appellarsi’ a chi, associazioni, privati ed enti pubblici, voglia aiutare non tanto e non solo l’associazione culturale Camerata Musicale ma l’intera comunità cui il Premio Internazionale Caniglia idealmente appartiene.
“Abbiamo bisogno di tutti, stampa compresa, per ricordare cosa significhi una realtà come la nostra e cosa comporterebbe per la città di Sulmona perdere un appuntamento di così grande prestigio” continua Masci non senza rammarico per una situazione che mette a serio rischio quanto costruito in oltre trent’anni di lavoro.
E poco importa che i 10mila euro del Fondo Unico Regionale per la Cultura prima stanziati siano andati persi per avervi l’associazione ‘rinunciato’ in vista di ben altri finanziamenti, somme mai ricevute per aver già usufruito del primo finanziamento, quando in ballo c’è molto di più. C’è la volontà e la forza di salvare un’istituzione che negli anni ha saputo dare a Sulmona un riconoscimento anche internazionale, rendendola nota ad un pubblico altrimenti lontano, c’è il desiderio di non perdere un appuntamento capace di arricchire un’offerta culturale sempre più povera e soprattutto la determinazione di continuare lungo la strada tanto tenacemente percorsa dal fondatore Filippo Tella. L’appello è lanciato.
Elisa Pizzoferrato
Che brutta fine stiamo facendo fare a questa città, è una vergogna la situazione che ormai da anni deve affrontare il caniglia e le tante altre manifestazioni culturali, tutto questo mentre si parla di cultura come volano economico e di sulmona come capitale culturale della regione, il caniglia è un bene della regione, una manifestazione storica e di qualità conosciuta in tutto il mondo, un eccellenza che deve elemosinare attenzione.