Quando il servizio di prevenzione della Asl, ieri mattina, si è presentato nell’ex ristorante di Ponte d’Arce a Pettorano sul Gizio, non ha trovato nessuno. I dodici migranti trasferiti nella notte dalla Sicilia e che dovevano essere sottoposti a tampone molecolare e messi in quarantena, erano spariti. Dileguatisi nel giro di poche ore nelle campagne della Valle Peligna e, a quest’ora, probabilmente già lontani. Chissà dove.
Un film già visto, in realtà, poco meno di un anno fa, quando nella stessa location a far perdere le proprie tracce erano stati progressivamente quasi tutti i tunisini che erano stati trasferiti da Lampedusa notte tempo.
Come allora, anche questa volta la prefettura avrebbe garantito che i migranti erano stati già sottoposti a tampone molecolare con esito negativo, solo che poi, un anno fa, otto di loro, nonostante le rassicurazioni, risultarono positivi ad un controllo sul posto, avviando una quarantena terminata per i superstiti in struttura solo ad ottobre scorso e inaugurando di fatto la seconda ondata di Covid in Valle Peligna.
La preoccupazione, inutile negarlo, è alta anche questa volta, perché se è vero che i vaccini stanno abbassando la curva epidemiologica e alzando la protezione della popolazione, altrettanto vero è che la variante Delta mette paura e la sua diffusione è legata in qualche modo anche alle zone asiatiche (perlopiù Iran e Iraq) da dove provengono i dodici richiedenti asilo ora spariti nel nulla.
Insomma oltre alla sorveglianza sanitaria, gli immigrati avrebbero dovuto essere sottoposti anche a una sorveglianza fisica, come d’altronde i gestori furono costretti a fare lo scorso anno (ingaggiando una guardia privata) dopo le reiterate fughe e tentativi di fuga.
L’arrivo di una nuova tornata di richiedenti asilo era stata annunciata dalla prefettura già una settimana fa: dovevano essere una quindicina di persone provenienti da Pozzallo da mettere in quarantena, tanto che i gestori del centro di accoglienza avevano trasferito gli ospiti di Ponte d’Arce nella struttura gemella de La Quercia. Dei migranti di Pozzallo, poi, non si è saputo più nulla, fino all’altra notte quando un pulmino ha trasferito questo nuovo gruppo a Pettorano sul Gizio: il tempo di guardarsi intorno e decidere la migliore via di fuga.
Una cosa mi chiedo, ma quando queste persone vengono messe in queste strutture, non stanno sotto il controllo di qualcuno?
Di sto cazzo e io pago
A noi ci stanno fracassando da 2 anni, per questi invece non esistono regole. Questa è l’Italia!
Ma un’interpellanza al Ministro?
… le “ Risorse” che fuggono per andare a lavorare nelle principali piazze…