Un documento programmatico scarno e generalista. E’ la bocciatura che arriva dal consigliere regionale Luciano D’Amico, dopo l’esame delle linee di Programma del nuovo esecutivo della Regione Abruzzo. Nuovo, si fa per dire, vista la riconferma di Marco Marsilio e, con esso, molti visi noti della passata amministrazione regionale, ad iniziare dal vicepresidente di giunta, Emanuele Imprudente. Un documento programmatico che più che al futuro, guarda al passato. Marsilio & Co. si specchiano su quanto fatto negli ultimi cinque anni, piuttosto che ciò che dovrà essere svolto da qui al 2029. Lo dimostrano le 6.500 parole (su 8.000 che compongono il Programma di Governo del Presidente della Regione Abruzzo) che delineano i traguardi raggiunti, peraltro spesso senza alcuna connessione con l’operato del primo mandato di Marsilio. L’esempio lampante è l’inclusione delle reti viarie abruzzesi nelle reti TEN-T, approvata con delibera di Giunta regionale del 23 maggio 2015, ossia quando il centrodestra stava in opposizione. Sul da farsi appena 1500 parole. Il compitino, ad essere generosi.
Insomma, le idee della maggioranza in regione sono poche e confuse. E per alcuni temi non ci sono proprio. Non una parola all’interno del documento viene spesa in merito al tema della transizione ecologica. Mutismo generale anche su rifiuti, ambiente, pesca e agricoltura.
“Un documento programmatico che programma ben poco – commenta D’Amico. È questa la prima sensazione che si ha leggendo le linee di Programma enunciate nel corso della scorsa seduta di insediamento dal Presidente della Regione Abruzzo. I risultati ottenuti, così lungamente descritti, inoltre, non appaiono sempre riconducibili a decisioni assunte dalla Giunta di centrodestra, e non riflettono la realtà in cui oggi versa la Regione Abruzzo. Per quanto concerne le azioni future abbiamo ricevuto un documento programmatico scarno e molto generalista, in cui non viene tracciata concretamente la strada percorribile per trovare soluzioni fattibili alle reali esigenze degli abruzzesi” è questa la sintesi della lunga disamina che Luciano D’Amico, Consigliere regionale, ha espresso nel corso della discussione sulle linee di programma del Presidente Marsilio, avvenuta oggi in sede di Consiglio”.
D’Amico nel suo intervento ha esposto criticità e lacune del documento programmatico, che è stato analizzato chirurgicamente in ogni suo aspetto. Dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, che l’opposizione sarà irreprensibile senza lasciare spazio a esternazioni propagandistiche o autocelebrative da parte della maggioranza.
“A inizio della XII Legislatura – incalza D’Amico – ci saremmo aspettati indicazioni più chiare, non di certo l’elencazione di accadimenti verificatisi durante quella appena trascorsa, tra l’altro, troppo spesso non collegati da nessi di causalità con l’azione posta in essere dal Governo regionale. Nel documento confonde ciò che è accaduto durante il quinquennio, con ciò che è stato programmato e provocato dall’azione dell’esecutivo regionale. Analizzando bene i “risultati”, infatti, appare evidente che vengono poste in un unico calderone le azioni deliberate dalle Giunte precedenti, con quelle avviate dalla Giunta attuale. E si attribuisce, troppo spesso, un ruolo centrale al Governo regionale su questioni che nulla hanno a che fare con le decisioni politiche e la legislatura appena trascorsa. Per citarne alcune più frequentemente riportate, non si deve al centrodestra l’inclusione delle reti viarie abruzzesi nelle reti TEN-T, approvata con delibera di Giunta regionale del 23 maggio 2015 (n. 396); non si devono al centrodestra alcuni interventi infrastrutturali quali, ad esempio, buona parte di quelli destinati al sistema portuale (collegamento ferroviario Porto di Vasto, i vari interventi relativi al Porto di Ortona); all’Aeroporto d’Abruzzo (allungamento della pista); il completamento della Banda Ultra Larga (che trae origine dai fondi PSR-FEASR 2007-2013 e PAR-FSC 2007-2013); la fusione FIRA-Abruzzo Sviluppo, decisa dalle Giunte precedenti già nel 2014 e da allora avviato quel processo di fusione che si è fisiologicamente protratto nel corso della XI legislatura. Il Documento contiene poi l’elencazione di numerose opere e finanziamenti che derivano dal trasferimento di risorse vincolate o destinate da parte del Governo nazionale, risorse che il Governo regionale ha semplicemente avviato alle procedure di spesa”.
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