L’ottava candelina, in senso metaforico, è stata spenta. Otto anni nei quali l’antico lavatoio di Sulmona, che si affaccia lungo via Arabona, è rimasto transennato a causa di un’infiltrazione che ne ha reso impraticabile l’accesso. Otto anni in cui erbacce e sterpaglie hanno quasi fagocitato quella rete arancione da cantiere che ne delimita l’accesso. Ma soprattutto otto anni senza idee o proposte per valorizzare un’intera area divorata dal degrado nonostante l’importanza storica, ormai oscurata dalla vegetazione e non solo.
L’antico lavatoio è solo il simbolo di un tratto sulmonese che si trova, oltretutto, lungo il tratturo Celano-Foggia, ossia il secondo tratturo per estensione dell’Italia meridionale, lungo 200 chilometri. Insomma, uno snodo importante per la transumanza, entrata a pieno titolo tra i patrimoni storici dell’Unesco, che univa il Fucino con il Tavoliere delle Puglie.
Proprio qui, ad ovest della cinta muraria sulmonese, insiste anche l’antica chiesetta di Santa Maria di Roncisvalle, oltre all’ex mattatoio (che il Comune da anni tenta di dare in alienazione), la sede dell’Associazione Giostra Cavalleresca di Sulmona, e alla caserma dei vigili del fuoco che (presto o tardi) leverà i battenti.
Insomma, un punto nevralgico sul quale si è discusso poco per la riqualificazione urbana, per renderlo fruibile ai cittadini, e non solo per tirarlo a lucido. Tra le proposte (poche) piovute negli anni c’è quella di rendere l’area un nuovo parcheggio. Discorso più che mai attuale, dopo la chiusura momentanea del parcheggio coperto di Santa Chiara, che al momento priva i sulmonesi di 400 posti macchina. Certo, geograficamente il luogo è ben lontano da piazza Garibaldi, sede del mercato storico e fulcro del centro cittadino, ma l’area si presta per naturale vocazione a svolgere il ruolo di connessione tra la circonvallazione e il centro storico.
Resta il fatto che idee e progetti scarseggiano, mentre degrado e anni avanzano. Purtroppo.
È colpa della burro-crazia,
con spaghetti e parmigiano
Ma se non si riesce a liberare una palestra di una scuola dopo ben 12 mesi dalla riapertura figuriamoci se vogliamo parlare di riqualificazione urbanistica di un’intera area
MADOOOO’.. VUOI METTERE CON LA FONTANA DELLE 99 CANNELLE?
La distanza tra Sulmona e L’Aquila non è di soli 55km (distanza in linea d’aria) o di soli 70km (distanza in automobile): È UNA DISTANZA SIDERALE CHE SI MISURA IN ANNI LUCE (tra il buio pesto peligno e la abbacinante luce Amiternina)!
Mingaver, il suo borgo non piace a nessuno. L’Aquila,come noto, a differenza di Sulmona non riscuote turisticamente molto successo; se ne faccia una ragione.
e poi non si è reso conto di una cosa: Tancredi da Pentima era…. peligno. Di Pentima che era appunto Corfinio. è scritto anche sul prospetto principale della fontana: «a. d. m.c.c. l.x.x.i.i. | magister. Tancredus. de. Pen|toma. de Valva. fecit. hoc. opvs»
In più c’è il rafforzativo: di VALVA.
Mingaver, non ne azzecchi una.
Ah ah ah, eh eh eh hi hi hi!! Povero aquilino.
Pescara capoluogo di regione
Sei sicuro di essere aquilano?
Un vero Aquilano non scende così in basso con commenti inutili e faziosi…. semplicemente se ne frega. E poi non dimenticare la provenienza dell’Architetto artefice della fontana, il cui nome è menzionato nella strada che porta dalla stazione alla chiesa di Santa Maria del Ponte. Piccolo indizio: esci da Porta Rivera e guarda a destra all’inizio del marciapiede.
E te lo dice uno che non è di Sulmona…. quindi…..