Pnrr, progetti a rischio definanziamento in Abruzzo. Tremano Valle Peligna e Alto Sangro

Mezzo miliardo di euro di finanziamenti del Pnrr, destinati all’Abruzzo, rischiano di andare in fumo. Secondo l’inchiesta condotta da Abruzzo Openpolis, 1.800 progetti abruzzesi saranno definanziati qualora da Bruxelles arrivasse l’ok alla proposta di modifica del Piano avanzata lo scorso agosto dal governo guidato da Giorgia Meloni.

Una revisione di 144 investimenti e riforme, che elimina 9 misure per un totale di 555,4 milioni di euro. Gran parte di esse era affidata alla diretta gestione degli Enti Locali, con un diretto impatto sui territori. Tra i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza non trova posto il raddoppiamento della linea ferroviaria Roma-Pescara. Un’infrastruttura vitale per l’Abruzzo, tagliata dal ministro Matteo Salvini.

Sono quattro in particolare le misure definanziate che vedono progetti in regione. I “tagli” potenzialmente più consistenti dal punto di vista economico riguardano gli investimenti per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni (1.723 progetti per un valore totale di circa 392 milioni). Seguono gli interventi per la rigenerazione urbana (69 progetti per 165 milioni), quelli per le aree interne (55 progetti per 39,4 milioni) e quelli per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (13 progetti per 8,5 milioni).

A livello provinciale è Chieti il territorio in cui rischiano di saltare i progetti con l’importo totale più consistente (218,1 milioni). Seguono le province di Teramo (192,2), L’Aquila (158,7) e Pescara (114,4). A livello comunale sono sempre le città capoluogo ad essere più penalizzate.

Nella Provincia dell’Aquila il Comune che rischia di perdere il maggior numero di progetti (17 per un valore di 12.000.000 di euro) è Avezzano, seguito da Sulmona. La città ovidiana potrebbe veder svanire 8 progetti per un totale di 15.175.000 euro.

A rischio c’è la riqualificazione del Parco Fluviale “A. Daolio”, che in teoria beneficerebbe di 3.300.000 milioni di euro provenienti dal Pnrr. Tra i progetti che potrebbero non vedere la luce c’è l’efficientamento energetico e la ristrutturazione dell’ex Pastorina (1.500.000 milioni di euro). Nonostante i lavori siano già iniziati, potrebbero essere definanziati gli interventi della scarpata e l’alveo fluviale in via circonvallazione orientale e via Edward Lear, per un totale di 900.000 euro.

Nella lunga lista nera compaiono anche i lavori di consolidamento del versante del monte Morrone, nella zona dell’Eremo di Sant’Onofrio (900.000 euro) e in località Fonte d’Amore (700.000 euro). Potrebbero non arrivare i 260.000 euro per i lavori di messa in sicurezza della scuola “Luciana Masciangioli”, così come i 130.000 euro per la riqualificazione energetica della scuola “Giuseppe Capograssi”.

A rischio anche l’efficientamento energetico a palazzo S. Francesco (130.000 euro).

Anche gli altri Comuni peligni potrebbero rinunciare ai fondi previsti dal Pnrr. Verrebbero definanziati 11 progetti a Pratola Peligna per un totale di 3.580.000 euro. Tra questi potrebbe venir meno l’ampliamento di via Vecchia (1.300.000 euro); l’adeguamento sismico dell’ex edificio del giudice di pace (1.000.000 di euro) e l’accessibilità ciclopedonale al nuovo polo scolastico di Valle Madonna (375.000 euro). A rischio anche il finanziamento degli interventi nella villa comunale, l’edificio del municipio e lo stadio “Ezio Ricci”.

La messa in sicurezza dell’abitato e del manto stradale sono 2 dei 6 interventi a rischio finanziamento per il Comune di Raiano (per un totale di 1.000.000 di euro). Sono 6 gli interventi a rischio anche a Prezza, per 1.200.000 euro, e a Bugnara per 1.280.000 euro.

Scanno, Introdacqua e Pettorano sul Gizio potrebbero non ricevere i fondi rispettivamente per 9, 8 e 5 progetti. In totale andrebbero in fumo 3.300.000 euro. Nell’Alto Sangro, potrebbe non ricevere i 4.000.000 previsti Castel di Sangro per 9 interventi. Roccaraso si vedrebbe depauperata di 1.300.000 euro per 6 interventi.

L’esecutivo ha garantito che finanzierà gli interventi selezionati nell’ambito di queste misure con altre fonti, come i fondi di coesione e quello complementare al Pnrr. Non ha però ancora chiarito la fattibilità di questa copertura, lasciando spazio a un quadro rischioso soprattutto per i comuni e gli altri soggetti che si sono già visti aggiudicare risorse per interventi che in molti casi avevano già preso il via.

“È bene precisare che in caso di motivi di interesse pubblico o gravi difficoltà finanziarie una pubblica amministrazione può annullare un appalto già assegnato – specifica l’inchiesta di Openpolis”. Dunque se la commissione europea approvasse le modifiche richieste, le 9 misure verrebbero stralciate dal Pnrr e con esse i progetti finanziati potrebbero non vedere mai la luce. Anche perché nella stragrande maggioranza dei casi, i finanziamenti europei rappresentano la quota più consistente delle risorse assegnate. Non è chiaro perché il governo abbia optato per l’eliminazione drastica degli investimenti passati in rassegna, invece di intervenire con dei correttivi. Così come non è chiaro perché i tagli proposti si siano concentrati proprio in alcuni degli ambiti che vedono gli enti locali come soggetti attuatori. Peraltro, le critiche mosse dal governo agli enti locali come giustificazione per questo taglio trasversale (progetti non adeguanti, ritardi nella pubblicazione delle gare d’appalto) sono state prontamente respinte al mittente dall’associazione nazionale comuni italiani (Anci)”.

17 Commenti su "Pnrr, progetti a rischio definanziamento in Abruzzo. Tremano Valle Peligna e Alto Sangro"

  1. Ma tanto poi… Voilà! Un bel tuffo in piscina e tutto procede splendidamente in questa regione!

  2. Pare che nel corpo umano quando comincia il congelamento per ipotermia il corpo stesso si autoregoli sacrificando la circolazione sanguigna prima di tutto nelle parti periferiche (cioè gli arti) in modo da non compromettere gli organi vitali (il cuore e i polmoni) il cui congelamento darebbe morte certa.
    In qualche modo ciò è avvenuto anche col congelamento (o con la riduzione) dei fondi del PNRR. Leggo infatti: “Nella Provincia dell’Aquila il Comune che rischia di perdere il maggior numero di progetti (…) è Avezzano, seguito da Sulmona (…).
    Anche in questo caso si è intervenuti oserei dire “chirurgicamente”, sacrificando gli organi periferici ma non il cuore pulsante della nostra provincia (ossia il nostro capoluogo, che in realtà è cuore pulsante dell’intero Abruzzo, e non solo della provincia, come noi tutti sappiamo) in modo da mantenere le funzionalità essenziali del “corpo provinciale”.

  3. Ricordare di ricordarsi | 24 Ottobre 2023 at 09:04 | Rispondi

    Vede Signor Mingaver, poi però è proprio grazie alle parti periferiche del corpo umano che si vota: con le gambe si arriva al seggio e con la manina si fa un bel segno sulla scheda ed essendo sotto elezioni, tra un po’ vedrà come in queste citta, ci sarà la fila dei questuanti ad assicurare, a ripetere, a garantire quanto siano importanti, essenziali, determinanti, vitali appunto, per lo sviluppo della regione…è bene ricordarlo ai futuri questuanti…

  4. Andrebbe anche fatto capire agli elettori che coprire con i fondi di coesione opere previste con fondi Pnrr è la beffa dopo il danno. Perché quei fondi potevano essere utilizzati per altro quindi doppio taglio.
    Il tutto con il silenzio assenso del nostro presidente di regione che pensa più alla sudditanza verso i suoi leader nazionali che agli interessi dei cittadini che rappresenta.
    Visti i disagi che i nostri concittadini vivono giornalmente per andare a lavorare a Roma o a Pescara il taglio della velocizzazione, una delle due arterie laterali che doveva collegare l’Adriatico e il Tirreno e quindi fare da raccordo per i collegamenti con le frecce, è un danno incalcolabile anche per un futuro sviluppo economico conseguente a questa velocizzazione. E i dati non dicono che il gran Salvini ha tagliato fondi Pnrr al sud per finanziare opere al nord e il suo amato ponte sullo stretto. Ora a voi mostrarvi cittadini abruzzesi o sudditi partitici. Se li votate avallate il declassamento del territorio non potete poi lamentarvi ne siete gli artefici

  5. I lavori dei fondi del PNRR vanno terminati tassativamente entro la fine dell’anno 2026.
    E come si può pensare che un’opera così complessa, come la velocizzazione della linea ferroviaria Roma – Pescara, che attraversa Comuni che spesso si mettono di traverso con ricorsi e controricorsi, possa rispettare tale tempistica?
    Tra l’altro è un’opera costosissima, vista anche l’orografia, oltre 6 miliardi di € di spesa salvo eventuali imprevisti e lievitazione dei costi.
    La problematica dei pendolari si può risolvere spendendo una cifra infinitamente minore aumentando le corse dei pullman. Basta volerlo e si può fare dal mese prossimo.
    Poi i soldi sono a debito… e l’Italia non se lo può permettere… il debito pubblico sfiora i 3.000 miliardi di euro… e continua a salire con tutte le amministrazioni pubbliche ( e non solo) che stanno continuamente a bussare a denari con il cappello in mano.
    Per evitare spiacevoli conseguenze, bisogna tagliare con l’accetta tutte le spese e progetti inutili e dannosi, che alimentano sperperi e clientelismo.
    Tutti a dieta!

  6. Alcune osservazioni sono corrette altre un po’ meno.
    I soldi a debito non è che non li prendiamo e quindi non facciamo debito (sono prestiti agevolati molto più convenienti di quelli che chiediamo ai mercati tramite i Btp) solo che invece per spenderli per Sulmona si spendono per altre cose al nord. Quindi il debito aumenta lo stesso solo che a noi che ci toccavano non ci toccano più.
    Sul costo dell’opera e la tempistica mi permetto di dire che solo alcuni comuni nel pescarese protestavano intanto si poteva velocizzare la tratta Avezzano Roma e le opere previste nel progetto se si iniziavano potevano terminarsi. Erano raddoppi semplici e selettivi . Sulle corse degli autobus non sono d’accordo perché la stessa tua sa che non è economicamente proficua per questo la taglia il futuro sarebbe il treno ma appunto servono quegli investimenti. Questa la mia opinione da pendolare ex bus ora treno. Sul bus viaggiano al massimo 20 persone. Alcune corse neanche arrivano a 10 passeggeri per questo fanno scalo ad altre città, per ammortizzare i costi e giustificare la corsa. Poi il bus costa almeno 5€ in più a corsa del treno e se ragioniamo sul costo degli abbonamenti lo scarto aumenta arrivando a raddoppiare. Un treno che ci impiega 2ore (e non è obiettivo impossibile e non. Servono 6mld) risolverebbe quasi tutti i problemi e tanto è meglio il treno che la stessa tua sta ragionando sul fare essa stessa un treno.

  7. I progetti sono stati tagliati al sud ma
    Non sono state tagliate le opere saranno fatte altrove e non da noi. Quindi il debito aumenta lo stesso però a vantaggio del nord di Salvini e in barba alla
    Norma dell’80% degli investimenti al sud. Questa la verità. E oggi come
    Oggi il clientelismo malavitoso sta più al nord che al sud quindi anche il rischio lievitazione costi non corrisponde al vero.
    Questa la triste realtà. Ci hanno tolto risorse e investimenti non per non aumentare il debito (che aumentano con la legge di bilancio senza farsi alcun problema e senza fare investimenti) ma solo per agevolare il loro elettorato a scapito di chi forse ne avrebbe più bisogno.
    Se per lei la soluzione dei pendolari sta nell’aumentare le corse deduco che lei non è pendolare. Forse mi sbaglio ma chi viaggia sa bene come stanno le cose e come
    Ben detto sopra lo sa la stessa tua che tagli i bus e vorrebbe fare un treno. E di quelle
    Opere ne avrebbe tratto
    Beneficio anche lei.

  8. Io viaggio da sempre per andare a Roma, e per tornare prendo Prontobus… altrimenti mi toccava occupare una casa… l’ultimo treno parte da Roma alle 18.40. Poi più nulla.
    E solo Prontobus mi permette di ritornare a casa.
    E viaggia sempre con l’80% dei posti occupati, certo molti vanno a Pescara. A volte mi domando se questa cosa è voluta da parte della TUA… poteva benissimo coprire questa tratta molto remunerativa… d’altronde se conviene ad una società privata…
    Per i costi poi, la Regione che è titolare della società, poteva prevedere un’ abbonamento per i lavoratori e studenti universitari, come fa Trenitalia.
    È solo una mancanza di volontà politica.
    La tratta Avezzano – Roma è piena di gallerie e viadotti e la realizzazione prevede tempi lunghi e 3 anni non sono sufficienti, se ne prevedono almeno 6/8.
    Adegueranno il tratto Roma-Tivoli.
    Siamo in Italia…

    • L’abbonamento lo fa anche tua solo che costa molto di più del treno.
      Il treno non ha abbonamenti dedicati a lavoratori si paga il prezzo normale che però è decisamente più economico del bus. Non è questione di volontà politica ma di costi

      • Tanto per chiarire…
        TUA sulla tratta per Roma non faceva abbonamenti fino a 6 mesi fa, ma solo carnet di 10 corse, oggi non lo so perché per me personalmente non esiste più, nell’ultimo carnet gli ho lasciato anche due corse inutilizzate dopo che hanno previsto il cambio corsa ad Avezzano ( quella con partenza alle 6:40 da Sulmona).
        Non sono d’accordo, è solo volontà politica, potevano mettere la tratta Pescara- Roma con fermata al casello di Pratola come fa PRONTOBUS che viaggia mediamente con posti occupati all’80% per cento dei disponibili… e spesso se non si prenota in tempo la corsa è “ sold out “ .
        Poi, cosa di primaria importanza, PRONTOBUS alle 20:05 ha la corsa di ritorno… e ancora un’altra alle 23:00… perfetta in caso di necessità.
        TUA… ultima corsa per Sulmona ore 19:30, riprogrammata solo ultimamente, fino a pochi giorni fa ultima corsa ore 18:00.
        E la Domenica solo quella delle 14:45 e poi più nulla.
        Piccolo particolare: costo corsa TUA € 16… costo corsa PRONTOBUS € 12 .
        Forse si sono accorti di aver preso un granchio e perso molti clienti… e provano a metterci una pezza o… a chiudere la stalla, ma molti buoi sono fuggiti ormai.
        Il treno è più economico, peccato che ha l’ultima corsa di ritorno da Roma per Pescara che transita per Sulmona c’è alle ore 18:47… e poi il nulla.
        Potrebbe, la politica tutta, adoperarsi e far pressioni per mettere almeno un’altra corsa di ritorno per Pescara… o No?
        Per una volta… una sola volta… potrebbero convergere e parlare con una sola voce?
        Faccio notare che per Avezzano, ma solo per Avezzano perché il treno lì fa capolinea… ce ne sono ben altre quattro dopo le 19:00… quasi una metropolitana di superficie.

        • Tua fa abbonamenti settimanali da una vita dal lunedì al venerdì.
          Pronto bus fa quasi sold out per Pescara non si svuota a Pratola.
          Basterebbe integrare treno e bus raccordandosi per gli orari poi ognuno sceglie il mezzo che preferisce. Però alla lunga personalmente credo il bus andrà a scomparire.

          • Ecco, appunto, sold out lo poteva fare anche la TUA con le stesse corse Roma – Pescara con fermata a Pratola, visto la carenza di corse di ritorno del treno verso Pescara nelle ore serali.
            Poi è vero quello che dici, infatti io mi devo raccordare tra corse del treno ( mattina) e quelle del Bus ( la sera) … ma è tutta
            una “ CORSA” e molto stressante….
            Certo che avevo visto gli abbonamenti settimanali, ma la mia turnazione di lavoro mi faceva e mi fa ancora optare per il carnet; diversamente l’abbonamento del treno a 125 euro mensili, è ottimo è molto favorevole per il pendolare, solo che mancano le corse di ritorno.
            E pensare che basterebbe una corsa serale, magari quella delle 20:10 per Avezzano, che proseguisse fino a Pescara.
            Per Avezzano, poi, ci sono ancora le corse delle 20:50 e 22:00.
            Speriamo che la TUA stia pensando a questo con i suoi “ treni”… e di farli arrivare fino a Pescara.
            Nel frattempo la politica.., i politici… a prescindere dal lato del campo in cui giocano… potrebbero tutti insieme dare una mano per portare a casa delle RISOLUZIONI ?
            In considerazione che vengono pagati, e bene, anche con i soldi delle nostre tasse.

  9. Conviene a una società privata perché fa Pescara Roma con uscita al casello. Quante persone scendono a Pratola?
    Ad oggi i bus viaggiano se dice bene con 20 persone. Parlo di tua.
    Più si andrà avanti e più il bus sarà anti economico quindi personalemte penso che il futuro sarà o potrà essere solo il treno e lo pensa anche tua sé a dicembre sperimenterà il treno sulla stessa tratta.
    Quindi quwsta opera sarebbe stata utile, là si poteva ridurre con meno raddoppi e altri interventi anche non infrastrutturali, tipo riduzione fermate e aumento velocità (macchinisti dicono si possa fare specie pescina Avezzano, bagni Tivoli prenestina).
    Beh anche il tratto Roma Rivoli non scherza a gallerie.
    Invece con la scusa dei tempi si è scelto di non farla. Sono curioso di vedere se i tempi li rispetteranno per le opere che ci hanno “rubato” i fondi o per il Ponte sullo stretto.

  10. Polemico Ad libitum | 25 Ottobre 2023 at 08:45 | Rispondi

    … infatti il Ponte sullo stretto non verrà certamente realizzato con il PNRR…
    Le persone che scendono a Pratola dal bus sono più o meno pari a quelle che scendono (o salgono) sul treno in stazione a Sulmona… poi nelle ore serali le corse del treno da Roma per Pescara non vengono più effettuate e quindi rimane solo il Pullman… ma non quello della TUA pubblica… ma di PRONTOBUS, una società consorziata a responsabilità limitata, che effettua anche un ottimo e meritevole servizio da e per gli Aeroporti di Roma e non solo.
    La verità è che dove c’è la gestione pubblica, si creano i disservizi per il menefreghismo generalizzato, le contrapposizioni sindacali, quelle politiche, e la crescita esponenziale dei costi a carico della collettività.

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