Pizzone II, il Pnalm boccia in toto il progetto di Enel

Non si è fatta attendere la risposta del Presidente del Pnalm, Giovanni Cannata, al Ministero dell’Ambiente in seguito alla pubblicazione del progetto di Enel “Pizzone II”, presentato lo scorso 18 settembre. Un impianto di generazione e pompaggio che interesserà l’area compresa tra i Comuni di Alfedena e Castel San Vincenzo, passando inevitabilmente all’interno dei confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

“Il progetto previsto comporterà inevitabilmente impatti irreversibili sulla biodiversità e sull’immagine del nostro Paese a livello internazionale dal punto di vista della tutela della biodiversità – scrive Cannata al Ministero -. Il parere non può che essere fortemente negativo. La realizzazione di quest’opera arrecherebbe un danno ambientale grave in una delle ultime roccaforti della biodiversità italiana. In conclusione ponendo l’accento sullo status di conservazione e di importanza territoriale e comunitaria delle specie potenzialmente impattate, sono categoricamente da escludere gli interventi contemplati nel progetto Pizzone II. Tali interventi oltre a rappresentare una fonte di disturbo diretto per le specie andrebbero ad agire su tutte le componenti del sistema, influenzando le dinamiche e la persistenza a lungo termine di flora e fauna. Pertanto si esprime parere negativo”.

Nella nota, Cannata conferma con specifiche motivazioni il parere negativo all’esecuzione dell’opera, ritendo la stessa fortemente impattante su habitat, specie e sugli equilibri idrogeologici del territorio. Le osservazioni presentate sono state il frutto di un accurato lavoro da parte della Direzione e dei Servizi Tecnici dell’Ente, e col supporto di professionisti esterni, specializzati nelle tematiche più delicate e rilevanti del progetto. Dall’alterazione del regime idrico, passando per le minacce alle specie protette come l’Orso Marsicano, che in quei territori ci vive e si riproduce. L’ente, inoltre, ha ritenuto insufficienti le misure di mitigazione proposte da Enel: strategie obsolete, effetti a lungo termine e la frammentazione degli habitat sono tutti punti a sfavore del progetto che si aggiungono ai rischi per l’inquinamento e la tutela del benessere degli ecosistemi.

“Dopo i gravi rilievi del Parco il progetto non ha futuro e il Ministero dell’Ambiente è tenuto a bocciarlo – scrive il coordinamento No Pizzone II-, se non vuole incorrere in ulteriori e palesi violazioni delle norme amministrative e di tutela dell’ambiente. Il PNALM ha evidenziato la pochezza delle argomentazioni di Enel, la loro eccessiva “semplificazione” se non “banalizzazione” delle problematiche e soprattutto il non aver tenuto in nessun conto il PNALM che non è stato mai direttamente interpellato pur essendo depositario del materiale di studio più accreditato per l’area in esame. E questo nonostante le tanto decantate relazioni con il territorio che si dice siano pratica abituale di Enel Green Power. Il Parco ha evidenziato i gravissimi impatti ambientali del tutto insostenibili in un paesaggio straordinario casa di orso, camoscio e decine di specie rare e minacciate e habitat di valore comunitario. Un patrimonio collettivo da proteggere e non ridurre ad un’area cantiere per il profitto di una società quotata in borsa”.

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