Per farsi un bagno a Sulmona bisognerà aspettare ancora un po’, anche se il lockdown per gli impianti natatori è finito dal 25 maggio scorso: nessuno al momento sa dire quanto, perché le verifiche da fare prima di poter riaprire la piscina comunale dell’Incoronata sono diverse. Il nuovo concessionario, la Roma Nuoto, subentrante alla gestione trentennale della Centro Nuoto Sulmona dopo una gara e una lunga battaglia legale, non ha infatti ancora firmato il contratto con il Comune, anche se da una settimana è all’opera nell’impianto per capire quali interventi occorrano. I romani, in verità, hanno consegnato l’altro giorno una dettagliata relazione a palazzo San Francesco nella quale si chiede conto di una serie di problemi all’impianto, dovuti in parte all’usura, in parte agli interventi fatti nel corso di questi anni. Perché, insomma, alla fine ci sarebbero alcune cose che non collimano tra quanto era indicato nel bando e lo stato dei fatti.
Tra le verifiche da fare c’è anche quella dell’agibilità e del collaudo della piscina che, con il cambio di gestione, potrebbero dover essere aggiornate alle normative attuali. Va da sé che, se così dovesse essere, i tempi di riapertura potrebbero allungarsi di molto.
A questo si aggiungono gli effetti del Coronavirus, che non sono tanto le misure di sicurezza da adottare come prevede il protocollo, quanto le conseguenze della prolungata chiusura, durante la quale non c’è stata manutenzione.
“L’addetto alla manutenzione – spiega Nicolò Cristoforo, della Roma Nuoto – è stato messo in questi mesi in cassa integrazione, per cui l’impianto non ha avuto alcuna manutenzione e questo comporta dei problemi per la ripartenza. Bisogna insomma vedere come sono messe le pompe, le caldaie, i filtri”.
Fatte salve le carte e le risposte attese dal Comune, i nuovi gestori sperano comunque di poter aprire a breve tempo almeno parzialmente la piscina, magari partendo dalla vasca esterna, quella estiva insomma. Si tratta di una vasca di 25 metri per 10 che, a rigor di protocollo di sicurezza anti Covid, potrà ospitare, distanze permettendo, fino a 35 persone in acqua (7 metri quadrati a persona). Un numero che però potrebbe non essere compatibile con lo spazio esterno di pertinenza alla vasca che richiede, anch’esso, 7 metri quadrati a persona, con un distanziamento dei lettini di almeno un metro mezzo tra loro.
“Noi ce la stiamo mettendo tutta – continua Cristofaro – e vorremmo aprire il prima possibile, anche se un po’ alla volta. Attendiamo risposte dal Comune e della documentazione dal vecchio gestore. Contiamo nella collaborazione di tutti, per poter restituire alla città al più presto la possibilità di usare questo importante spazio sportivo”.
In attesa di uscire dall’apnea.
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