“Dove sono finiti i pentastellati che erano con me in questa battaglia contro il gasdotto? Si sono ammutoliti?“. A chiederselo è il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e l’argomento è di quelli scottanti. Si parla, infatti, della questione Tap, troppo costosa, troppo avanti nelle procedure tant’è che il governo centrale guidato in coalizione tra Cinque Stelle e Lega Salvini sta lasciando andare le cose esattamente come avevano fatto i governi precedenti. Altro che cambiamento. L’avanzamento in questo senso delle procedure Tap sta creando non pochi squilibri all’interno dei grillini, tra base e governo, appunto, e tra parlamentari stessi: proprio ieri è stata smentita la necessità di pagare penali nel caso ci si tirasse indietro nell’opera, anche se dal governo fanno sapere che si incorrerebbe comunque nel rischio di risarcire pesantemente i privati che stanno investendo sulla mega-opera.
“Fa specie ascoltare dal presidente del Consiglio del governo del cambiamento il disinvolto via libera al gasdotto Tap- dichiara per suo conto Pietrucci-, direttamente connesso alla realizzazione della centrale a compressione a Sulmona e del tracciato del metanodotto che attraverserà le aree dell’Appennino, tutte ad alto rischio sismico, che già hanno dovuto sopportare i terribili effetti delle scosse del 2009, del 2016 e del 2017”.
Le proteste dei cittadini, come anche le varie richieste presentate dalle istituzioni sono rimaste inascoltate, “e le ripetute sollecitazioni che ho rivolto agli ultimi presidenti del Consiglio, compreso ovviamente Conte:- prosegue il consigliere- occorre che la mobilitazione continui e che la facciano propria anche i rappresentanti del territorio dei partiti di maggioranza, perché la battaglia deve oltrepassare gli steccati politici, è una battaglia per la sicurezza e la tranquillità delle popolazioni, di un pezzo di Italia che sta morendo sottoposto com’è alla distruzione del terremoto e alla difficoltà di vivere le aree interne. Non occorre che a questo si sommi la spada di Damocle di una infrastruttura la cui solo presenza desterebbe apprensione in territori come i nostri, ad altissimo rischio sismico. Non vorrei davvero che il cambiamento predicato da questo governo sia quello tragico è paradossale del Gattopardo: tutta cambia perché nulla cambi” conclude.
S. P.
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