L’epilogo, nel quale si riserva “azioni a tutela della propria posizione”, in realtà è un prologo, perché quella che si è aperta a palazzo San Francesco è evidentemente solo l’inizio di una guerra che verosimilmente sfocerà in azioni legali e sindacali. Forse anche di carattere penale e civile, oltre che amministrativo.
Questa volta a metterci la faccia e la firma è la dirigente del secondo settore in persona, Filomena Sorrentino, che con una lettera inviata alla sindaca, alla giunta, alla presidente del consiglio, alla segretaria generale, al collegio dei Revisori e al Nucleo di valutazione, elenca e ricostruisce, passo passo, quella che è stata una vera e propria revoca delle mansioni di cui era titolare.
Non ne fa tanto e solo una questione personale, la Sorrentino, quanto una vicenda amministrativa, perché a suo avviso la riorganizzazione della macrostruttura fatta dalla giunta Casini nel giro di tre giorni, presenterebbe numerosi profili di illegittimità e di illogicità.
Innanzitutto “la nuova macrostruttura è stata assunta prescindendo dall’apporto della conferenza dei dirigenti – scrive la Sorrentino – che non ha avuto parte attiva nell’accurata analisi della struttura esistente e delle possibili soluzioni organizzative che ha condotto all’attuale rivisitazione della macchina organizzativa, e alle determinazioni assunte, nella più ampia autonomia, dall’Organo politico”.
Una, anzi due delibere assunte nel giro di pochi giorni e che sarebbero prive anche dei dovuti pareri contabili, sulla erronea valutazione del fatto che la riorganizzazione non avrebbe avuto rilevanza per le casse dell’ente: “I trasferimenti di personale all’interno dell’ente – fa notare la dirigente – non appare ininfluente sotto il profilo contabile” e siccome fino al 7 giugno è stata lei la dirigente del bilancio, quelle delibere non hanno copertura istruttoria.
Poi nel merito della riorganizzazione, fatta per rendere omogenee le funzioni, ma che nei fatti mette insieme, nel secondo settore, funzioni e uffici del tutto diversi e autonomi (come la Cuc ad esempio) e dall’altra spacchetta dal bilancio la cassa. Senza contare che, nei fatti, denuncia la dirigente, è stata svuotata non solo della mansioni, ma anche del personale per adempiervi.
La Sorrentino, poi, sottolinea quanto era stato già denunciato dall’esposto dell’opposizione e quanto è stato indagato dal prefetto e dell’Anac, ovvero la sostanziale arbitrarietà del trasferimento delle funzioni del bilancio in capo alla segretaria a fronte di un dirigente, cioè la stessa Sorrentino, che al contrario è vincitrice di concorso specifico. O ancora la sovrapposizione dei ruoli di controllore e controllato per la segretaria comunale con i controlli interni e la programmazione “tutti accentrati in capo al segretario generale – scrive – e privo del prescritto personale con specifiche competenze, salvo voler degradare la scrivente a personale assegnato ad un ufficio”.
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