Sarebbe un settantenne di Bugnara l’aggressore di Vincenzo Colaiacovo, il noto avvocato e giornalista sulmonese colpito questa mattina davanti la sua casa-studio di via Carrese da un uomo armato di una spranga di legno.
E’ questa l’ipotesi a cui sono giunti i carabinieri di Sulmona dopo una giornata di serrate indagini, concentrate perlopiù a verificare le immagini della videosorveglianza. Prima quelle di un ristorante che insiste sulla strada e poi, quelle decisive, del sistema di videosorveglianza cittadino che hanno mostrato con maggiore nitidezza la sequenza dell’agguato: il pedinamento, l’aggressione e poi la fuga.
Gli uomini del capitano Maurizio Dino Guida hanno raggiunto e sentito a sommarie informazione anche il presunto aggressore, il quale non ha confessato, ma che avrebbe comunque fornito agli inquirenti una serie di conferme alle loro tesi.
L’uomo giovedì scorso aveva perso una causa civile, la cui controparte era appunto l’avvocato Vincenzo Colaiacovo. Condannato a pagare un risarcimento di 7mila euro, il settantenne avrebbe insomma perso la testa, decidendo di vendicarsi contro chi, semplicemente, aveva fatto il suo lavoro e fatto valere un suo diritto.
Un gesto gravissimo, che però non ha portato all’arresto dell’uomo perché non sorpreso in flagranza di reato e perché non sussisterebbe il pericolo di fuga.
L’uomo sarà comunque denunciato alla procura della Repubblica che dovrà decidere il da farsi, se procedere ad un interrogatorio e cosa contestargli: se le lesioni aggravate, cioè, o il più pesante reato di tentato omicidio.
Una brutta storia che, tuttavia, fa tirare un sospiro di sollievo alla comunità, scartando cioè le altre ipotesi legate alle battaglie contro la mafia che sta portando avanti la compagna di Colaiacovo, Teresa Nannarone, e lo stesso Colaiacovo in qualità di giornalista.
L’avvocato resta ricoverato intanto nel reparto di chirurgia dell’ospedale di Sulmona: la prognosi è ancora riservata (potrà essere sciolta solo dopo 48 ore), ma la seconda Tac a cui si è sottoposto oggi non sembra aver evidenziato peggioramenti.
Era scontato che non fosse la malavita l avvocato ha cura i processi dei più grandi criminali locali
Ma perché avevate pensato subito alla mafia???
Abbiamo pensato anche alla mafia e non pensarci sarebbe stato negare le evidenze investigative e processuali che dimostrano come a Sulmona il fenomeno di infiltrazioni sia ben attivo.
Grizzly la mafietta c’è a Sulmona ma non sono di fuori…