Tagli ai servizi, al personale e investimenti ridotti. La Cgil L’Aquila stronca il Piano di Razionalizzazione della spesa sanitaria da parte della Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila. Una stroncatura che arriva nonostante il piano redatto riconosca la sperequazione tra l’azienda sanitaria aquilana e le restanti Asl. Un documento che, come evidenzia il sindacato,” un documento che “raccoglie le denunce della Cgil, senza però arrivare ad un coinvolgimento corretto e propositivo dei decisori politici, che ancora oggi sfuggono alle soluzioni da intraprendere e, addirittura, anche dal confronto con le parti sociali”.
Si ritorna al blocco parziale del turnover che, come stimato da Cgil, coinvolgerà tra il 30% ed il 50% del personale impiegato nel sistema sanitario. Stime non quantificate né ufficializzate dalla Asl1. “Ci troveremo con 50/60 unità lavorative del personale sanitario in meno – denuncia la sigla sindacale -. Infatti, nel documento si esplicita a chiare lettere che si prevede di procedere a un reintegro solo parziale del cessati dell’anno 2024, nei limiti delle esigenze di contenimento della spesa, quantizzandone anche il risparmio in 2.172.041,29 euro, rispetto ad un complessivo taglio sul costo del personale, pari a 2.443.341 euro”.
Sempre meno investimenti anche sugli acquisti di farmaci, emoderivati e dispositivi sanitari (meno 2.800.000 euro, stima la Cgil). Non andrà meglio al personale assunto tramite cooperative o società esterne alla Asl1. Il Piano, infatti, prevede la riduzione dei contratti a servizio a prevalente componente di manodopera, per un risparmio di oltre 2.000.000 di euro.
Per il personale sanitario, inoltre, verranno ulteriormente ridotti gli spazi per le assunzioni, con carichi di lavoro che, per i pochi che restano, aumenteranno. “Ciò comporterà – spiegano Francesco Marrelli ed Anthony Pasqualone – sin d’ora, accorpamenti di reparti e blocco delle ferie; mentre, per le cittadine e per i cittadini verranno ulteriormente tagliati i servizi di prevenzione e cura, con conseguente aumento delle disuguaglianze già esistenti tra coloro che hanno le risorse per curarsi altrove e coloro che, invece, non hanno modo né maniera di recarsi presso strutture private o fuori dalla Provincia dell’Aquila per curarsi”.
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