Piange il telefono

I più giovani, probabilmente, non ci sono mai entrati dentro, quelli nati dopo il duemila, forse, non sanno bene neanche a cosa servano o almeno come funzionino: archeologia di arredo urbano e poco più, questo sono per loro le cabine telefoniche che, a partire da domani, saranno smantellate anche a Sulmona.

Quindici postazioni rimaste che cominceranno a sparire in viale Roosvelt, e poi in piazza Vittorio Veneto, sotto i portici di via De Nino, piazza Garibaldi e via Avezzano, fino a piazza XX settembre e sul ponte Capograssi, in via Gorizia e via Mazzini.

Alcune trasformate nel tempo da cabine a cupole stradali, altre rimaste nella versione originaria o leggermente evoluta: dai vetri rossi a quelli trasparenti, che quelle a pannelli gialli della Sip già non si trovano più da tempo.

La dismissione fa parte di un piano che la Tim, come da delibera dell’Agicom, ha anticipato a livello nazionale, prevedendo la rimozione entro l’anno di tutte o quasi le 16mila cabine e cupole stradali sparse nel Paese. Dove intere generazioni sono cresciute e si sono tenute in contatto, prima che arrivassero i telefonini e quando il gettone valeva duecento lire.

Resteranno attive solo quelle “strategiche” (che a Sulmona sono tre tra ospedale e carcere) e quelle ospitate in esercizi commerciali, perlopiù presenti nei piccoli centri.

Nel Centro Abruzzo saranno 34 le postazioni da smantellare: oltre i 15 a Sulmona, infatti, saranno rimossi gli impianti stradali (anche se in alcuni centri sono stati già rimossi, restando formalmente solo sulla carta) ad Alfedena (1), Ateleta (1), Campo di Giove (1), Castel di Sangro (3), Pescasseroli (3), Pescocostanzo (2), Pratola Peligna (4), Raiano (1), Roccaraso (2), Scanno (1).

Obsolete, ormai, certo, per la loro funzione, ma monumenti della memoria e punto di riferimento di generazioni, le cabine telefoniche ebbero il loro exploit negli anni Settanta e Ottanta, anche se la prima venne installata il 10 febbraio del 1952 in piazza San Babila a Milano dall’allora Stipel: “Non sei mai solo quando sei vicino a un telefono” era il claim utilizzato nella pubblicità della Sip che sul finire degli anni Settanta aveva installato nel Paese ben 33mila postazioni.

A Sulmona erano “gettonatissime” – è il caso di dire – quelle che si trovavano in piazza Salvatore Tommasi (rimosse già da qualche anno) dove, in “intimità”, si mettevano in fila per ore i militari che affollavano la città per chiamare casa o rassicurare la fidanzata lontana. Altri tempi: quando anche fare una telefonata era un’occasione per condividere i sogni. Prima che i telefonini e il progresso divorassero il piacere dell’attesa.

4 Commenti su "Piange il telefono"

  1. Un amarcord interessante…. ricordo quelle grigie con il gettone e la combinazione numerica a rotella…. quante telefonate alla fidanzatina e l’imbarazzo chiedendo al papa’ se c’era subendo previa presentazione…. un’era fa’….

  2. LI GINGIRILL DE LI BARDASH A CADREC A CHIAVATIDRILL L’ARRIC APPIC AWA ECT LU PIET FRA FORT

  3. SAREBBE BELLO SE IL COMUNE IN ACCORDO CON LA TELECOM NE FACESSE RIMANERE UNA,RIPULITA E RIMESSA A NUOVO COME MONUMENTO DELLA MEMORIA DEI BEI TEMPI PASSATI MAGARI CON UN CARTELLO CON LA STORIA DELLE CABINE TELEFONICHE ITALIANE, COSI ANCHE LE NUOVE GENERAZIONI SAPRANNO COME SI POTEVA TELEFONARE IN PASSATO CHE NON ESISTEVANO CELLULARI E SMARTPHONE…C7SULMONA

  4. francesco.valentini1935 | 28 Agosto 2023 at 19:04 | Rispondi

    Speriamo che l’appello lanciato da C7 Sulmona per la conservazione,a futura memoria,di una cabina telefonica in Citta’ venga recepito da chi di dovere :giorni orsono si e’ proceduto alla rimozione di una insegna all’angolo di Piazza XX legata alla nostra storia: magari neanche la guardavamo piu’ ma manca nel silenzio di chi ha pensato di aver avuto una …impennata di genio di cui si poteva benissimo fare a meno:o no? Salviamo le cose che ci ricordano un passato tutto sommato …migliore,nonostante tutto.

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