Pettorano sul Gizio, centri d’accoglienza invivibili. Prefettura dispone la chiusura

Sono venuti in Italia per trovare accoglienza, e invece hanno vissuto (e convissuto) per mesi in condizioni igieniche precarie nei rispettivi centri d’accoglienza. I migranti ospiti nelle strutture “La Quercia” e “Ponte d’Arce” hanno detto addio a Pettorano sul Gizio. Non una fuga, come quella avvenuta nel giugno 2021. Né uno “sfratto” da parte della Prefettura, che ha chiuso temporaneamente le due strutture per via delle condizioni invivibili al loro interno.

A segnalare i disagi quotidiani all’interno dei due centri d’accoglienza, sono stati proprio gli ospiti, circa una cinquantina distribuiti tra “Ponte d’Arce” (una quindicina) e “La Quercia” (trentacinque). Proprio nell’abitazione all’altezza della casa cantoniera, lungo la Strada Statale 17, c’è stata una manifestazione, pacifica, da parte dei migranti, che lo scorso agosto si erano “barricati” all’interno della struttura, posizionando alcuni cassonetti dell’immondizia davanti ai cancelli. A far da mediatore è stato il sindaco di Pettorano sul Gizio, Antonio Carrara, che ha effettuato un primo sopralluogo nella struttura, accompagnato dai carabinieri della Compagnia di Castel di Sangro.

Oltre alle precarie condizioni igieniche, i migranti hanno contestato la mancanza di elettricità all’interno delle rispettive stanze. Corrente elettrica che il gestore della struttura avrebbe concesso appena due ore al giorno (una la mattina, e una la sera) per via dell’utilizzo di alcuni fornelli elettrici da parte degli ospiti. I rifugiati non hanno negato l’utilizzo dei fornellini (sequestrati dal gestore), azionati nell’ultimo periodo per via dei pasti, non proprio gourmet, che gli sarebbero stati serviti a pranzo e a cena. Alimenti posti al vaglio dai funzionari della Asl, giunti sul posto, che hanno trovato del cibo scaduto all’interno del frigorifero. Cibo avariato che non sarebbe stato somministrato agli ospiti, a detta del gestore.

Una condizione di stress amplificata sia dal sovraffollamento, sia da una cuccia per i due pitbull del gestore sulla quale si affacciano alcune stanze degli ospiti, con le finestre ad altezza d’uomo perennemente chiuse per impedire ai cani di entrare nelle stanze.

Alle relazioni negative da parte della Asl ha fatto seguito la visita, in entrambe le strutture, della Commissione della Prefettura dell’Aquila. I funzionari, dopo aver appurato i disagi quotidiani all’interno dei due centri d’accoglienza, non hanno potuto far altro che disporre la chiusura momentanea, con precise prescrizioni fatte al gestore per la futura riapertura.

I migranti sono stati immediatamente ricollocati all’interno dei centri d’accoglienza della Provincia dell’Aquila. Una parte di essi è stata trasferita proprio nel capoluogo di regione. Altri, invece, sono stati trasportati nel Comune di Pescasseroli, presso il centro di prima accoglienza “Lo scoiattolo”. Il tutto è avvenuto nella massima tranquillità, senza alcuna tensione. Ad accompagnare i migranti nei nuovi centri d’accoglienza sono stati gli stessi operatori.

9 Commenti su "Pettorano sul Gizio, centri d’accoglienza invivibili. Prefettura dispone la chiusura"

  1. Hanno assolutamente ragione. Adesso spostiamoli in hotel con formula all inclusive e open bar

  2. Io ora ci farei vivere il proprietario in quelle condizioni. E gli darei da mangiare quello che lui dava ai profughi. Il vero cancro non è la povera gente che cerca di rifarsi una vita. Ma chi ci specula sopra.

  3. Ordinariaitalianita' | 4 Settembre 2024 at 10:19 | Rispondi

    Ma i controlli su queste case di accoglienza sono pianificati? Ho come l’impressione che una volta assegnate le varie collocazioni a queste persone ci si dimentica completamente di loro e di chi li gestisce. Le solite soluzioni all’italiana.
    Anche perché, e non mi sembra che abbiamo fatto la scoperta dell’America, bisognerebbe che qualcuno faccia rispettare le regole sia ai gestiti che ai gestori.

    • La responsabilità direi controlli e’ a carico delle prefetture, c’è lo vedete il funzionario della prefettura che schioda il culo e va a fare i controlli??? Le prefetture aveva ragione bossi, vanno chiuse!!!!

  4. Regole per tutti | 4 Settembre 2024 at 15:20 | Rispondi

    Ma sono gli stessi che vanno sulla statale con monopattini senza dispositivi di illuminazione, casco targa e assicurazione? Chiedo

  5. Io li riaccompagnare gentilmente ed educatamente con 1000 euro in tasca a casa loro…. ci costerebbero di meno

  6. Mirta Panchana | 4 Settembre 2024 at 23:27 | Rispondi

    Questo è un problema a livello di tutto lo stivali, è un cancro che parte dallo stato mafioso

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