Sbic interviene sul percorso ferroviario che collegherà Pescara-L’Aquila-Roma e che taglierà allo stato dei fatti tutto il Centro Abruzzo. Il consigliere regionale aquilano Pietrucci ha riunito i sindaci del cratere sulla proposta di realizzare il collegamento ferroviario veloce. Un percorso che fanno notare da Sulmona Bene in Comune, marginalizza la parte più interna da Sulmona alla Marsica fino a Castel di Sangro. “Ora è necessario che D’Alfonso e Gerosolimo ci illustrino, carte alla mano, senza inutili retoriche verbali quali sono gli obiettivi e le proposte concrete in merito alla rete ferroviaria abruzzese. Ci dicano se e attraverso quali azioni e risorse intendano coniugare i diversi livelli di servizio (diretto e locale) sulla tratta Pescara Sulmona Avezzano Roma”. Il movimento non ci sta “Come nella tradizione, L’Aquila e la sua classe dirigente non svolgono il ruolo che competerebbe ad una città capoluogo. Non guardano all’intera comunità (Pietrucci è un consigliere regionale) ma solo al proprio ambito territoriale (i comuni del cratere)”. Un’amara critica alla politica aquilana “lavorano per la loro centralità, sfruttando risorse pubbliche destinate alla collettività regionale” non una politica di coesione dunque secondo Sbic.
Il gruppo ricorda come la tratta nel Lazio e nell’Abruzzo, esista già dalla fine dell’ 800, che attraversa la parte mediana della regione, nel territorio morfologicamente più idoneo, collegando l’Adriatico con Roma attraverso Sulmona e Avezzano. “Questa linea ha l’urgenza di ammodernamenti e velocizzazioni. Non può essere frantumata, non può essere potenziata a vantaggio del solo capoluogo a discapito di parti consistenti della regione intera” spiegano chiedendo che su i 240 Km della Pescara-Roma si lavori per le diverse tipologie di servizio: quello locale e quello diretto. Sbic sottopone l’esigenza di valutare le potenzialità turistiche interne al percorso che possono prefigurare ulteriori livelli di crescita economica. Sulmona Bene in Comune invita l’intera comunità Peligna, Alto Sangrina e Marsicana, a diventare un’unica voce contro proposte che non si pongono come strumenti di coesione territoriale delle aree interne in costante dialogo con la realtà metropolitana di Chieti Pescara.
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