Perizia sulla ravara del Morrone. Il Comune non si presenta in tribunale

Il Comune non si è neanche presentato ieri al tribunale di Sulmona, perché insomma non è problema che lo riguarda nonostante fosse stato regolarmente citato a giudizio. Quel fiume di detriti e terra franato sul monte Morrone il 16 agosto scorso, sta bene dove sta.
Ora però a decidere se l’affare riguarda l’ente sarà il giudice Giuseppe Ferruccio che nell’udienza di ieri ha aperto formalmente la causa intentata dai residenti della zona, nominando un perito del tribunale, nella persona dell’ingegner Giuseppe Accili, che dovrà valutare i danni fatti e soprattutto cosa occorrerebbe fare per evitarne altri.
Cosa occorrerebbe che il Comune faccia in realtà, perché come esposto nel ricorso presentato dagli avvocati Pietro e Giovanni Autiero, la responsabilità di quel che è successo è solo del Comune che non ha fatto manutenzione sul suo territorio, specie dopo che, lo scorso anno, mezza montagna è andata a fuoco indebolendo il terreno su un tratto notoriamente già fragile.
Perché la “ravara”, quella che c’era e che è stata alimentata dalla frana di agosto, sta lì da anni e secoli e negli anni e nei secoli, si sarebbe dovuta fare un minimo di manutenzione sulle briglie costruite, per evitare che si saturassero e che non servissero più a quello a cui sono destinate.
I proprietari delle due villette e dei terreni dell’area interessata, quella di Santa Lucia e del Casino Pantano, però chiedono anche e soprattutto che quel fiume di detriti e terra sia in qualche modo rimosso, se non tutto, almeno quello che minaccia ancor oggi i muri di cinta delle abitazioni e che ha sepolto decine e decine di piante di ulivo, delle quali si è già perso il raccolto quest’anno. Finora il Comune ha infatti solo provveduto a demolire i massi più grandi e neanche tutti, lasciando il resto come sta e impedendo ai proprietari di sistemare l’area.
Anche perché più passa il tempo e più quella colata di terra si cementifica e diventa sempre più complicato rimuoverla.
Quel che c’è da fare, però, ora lo stabilirà il perito a cui il prossimo 19 dicembre il tribunale sottoporrà i quesiti a cui rispondere.