Poco panem, molti circenses. Che gli eventi di contorno al Corteo della Bolla della Perdonanza aquilana siano sempre più vicini alla sfera laica che a quella spirituale non è di certo un mistero. Tant’è che dell’allontanamento della manifestazione dai modesti e umili costumi predicati e praticati da Pietro da Morrone, ne parlammo già in tempi non sospetti. Tra sfarzo e grandi nomi (Mr. Rain, Negramaro, Albano e Gianni Morandi, che mercoledì chiuderà la serie di eventi musicali) l’Aquila ha finalmente trovato (o meglio, creato) quella festa patronale di rilievo nazionale che sempre più si discosta dai canoni di colui che per viltade fece il gran rifiuto.
Un pensiero condiviso anche da Giulio Mastrogiuseppe, presidente dell’associazione celestiniana, che ha rimarcato come lo spirito di Celestino V sia passato in secondo piano dalle parti di Collemaggio. Con i riflettori puntati sul palco piuttosto che sulla porta santa.
“Sarà che quelli come noi – commenta Mastrogiuseppe -, abituati a un altro tipo di celebrazioni infinitamente più povere e intimamente sentite, di fronte ad un simile dispendio di denaro e di energie nel nome di una figura come quella di Pietro Angelerio detto “del Morrone” restano piuttosto perplessi. Non dico abbagliati come animali selvatici illuminati all’improvviso dai fari di una macchina di passaggio, ma certamente un poco frastornati da tanto sfarzo, dalle passerelle e dalle esibizioni di artisti celebri. Personaggi spesso spaesati e balbettanti al momento di rispondere alle interviste di qualche giornalista che chiede loro di esprimere un pensiero sul significato di tutto questo”.
Una sorta di “Madonna della Libera on steroids”, tanto per darne un’idea, è l’etichetta che Mastrogiuseppe cuce sulla 729esima edizione di un evento che ha ricevuto anche il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’Unesco. Nulla a che vedere con il “povero” fuoco del Morrone, la cui fiamma è troppo debole per illuminare ciò che Celestino V ha significato per la storia, della curia e del territorio peligno.
“In tutte le faccende umane – prosegue Mastrogiuseppe – esistono luci e ombre: affianco agli effetti speciali dei mega eventi c’è stato un fiorire di iniziative legate a Celestino. Alcune condivisibili, altre meno perché sfacciatamente “aquilanocentriche” e disinvoltamente forzate riguardo una sorta di “appropriazione indebita” della figura di Celestino V. Penso ad esempio al docufilm realizzato dalla regista Cinzia Th Torrini, nota per la famosa fiction Elisa di Rivombrosa più che per produzioni cinematografiche importanti, nel quale la lettura dei fatti storici elìde completamente la morronesità, per non dire sulmonesità, di Celestino”.
“Tocca sottolineare – prosegue Mastrogiuseppe -, sempre, al punto da diventare una faccenda stucchevole, che Celestino era noto molto prima della festa dell’incoronazione papale come Pietro da Morrone, perchè era li che viveva e che ha compiuto il suo destino. Probabilmente il problema di incoerenza della Perdonanza sta proprio qui, nel fatto che per i cugini aquilani sembra quasi che il personaggio esista solo nel momento in cui diventa Celestino V il Papa. Con tutto il corollario di gloria, prestigio e potere che l’essere pontefice rappresenta da sempre nell’immaginario popolare. E quindi tutto deve essere commisurato alla magnificenza di chi più o meno inconsciamente aspira a diventare dal tramonto del 28 al tramonto del 29 agosto, tra porte sante e indulgenze plenarie, una sorta di succursale del Vaticano. Aspirazione che metaforicamente si trasferisce nella pompa di eventi “fuori scala” e decontestualizzati rispetto a un fatto storico che si trasmuta in brand, come altre kermesse di intrattenimento più o meno culturali, più o meno storiche, più o meno religiose sparse per il Paese”.
“Ma forse sbagliamo noi – conclude il presidente dell’Associazione Celestiniana -, che continuiamo a pensare alla Rinuncia come atto esemplare di umiltà e di responsabilità e al Perdono come gesto di riconciliazione tra la gente e per la gente di un uomo profondo e semplice, invece che a un presupposto per fantasmagoriche sagre nazionalpopolari modello Festivalbar. Il “miracolo laico” della Bolla e del Giubileo di Celestino meritano di essere celebrati e ricordati degnamente, senza alcun dubbio. Magari anche destinando parte di quei denari a imprese più benefiche, unendo almeno il circensem, che pure serve, a quel panem che a molti, a troppi ancora manca. Pietro Celestino apprezzerebbe senza dubbio”.
eh però non va bene, se “tocchi il c…o alla cicala la cicala canta” lasciate perdere la Madonna della Libera, Mastrogiuseppe o chiunque altro nel creato, la Madonna della Libera deve essere lasciata in pace, senza accostarla a chicchessia anzi non la nominate proprio. A Pratola la venerazione alla Santa vergine è sacra ed è più importante del “circenses” e lo dimostriamo con giorni dedicati alla sola Sua venerazione e se chiedete a qualunque pratolano vi esporrà tutta la storia della Santa vergine, e poi si fa anche baldoria, noi NON siamo quelli dell’Aquila, accostateli qualcos’altro. E va bene così.
Davvero un grande articolo, edito proprio nella giornata dell’apertura della Porta Santa. Credo che Celestino non ne sarebbe stato lieto.
Come tutti sanno la Perdonanza è un evento che riunisce accanto ai fondamentali valori religiosi, anche quelli civili con quest’ultimo aspetto non secondario agli altri. Aggiungo che la Perdonanza è oggi anche la giusta occasione per i cugini aquilani per gridare finalmente quell’inno alla vita che rinasce dopo i durissimi anni, mai dimenticati, da quella data maledetta. Se qualcuno confidava di vedere L’Aquila trasformata in eterno in una città del dolore, beh, ha sbagliato alla grande, non conoscendo il carattere degli aquilani,loro sì forti e gentili.
Sono fuori luogo i termini usati quali festa patronale, sfarzo, riflettori, incoerenza, sagra nazionalpopolare, Festivalbar. Sapete, fanno pensare al grande Esopo…
Falso che sia solo tutta musica e divertimento nazionalpopolare Guardatevi l’elenco delle decine di convegni, di mostre, di apertura di luoghi santi, di visite guidate succedutesi in questa santa settimana.
Infine, si sappia che l’incasso dei grandi eventi sarà destinato alle Onlus locali.
Celestino ne sarebbe stato lieto.
Un disco rotto che suona sempre la stessa canzone
Ovviamente talmente stonata da doversi tappare le orecchie
A proposito di terremoto vatti a fare un giretto ad Amatrice !!!
Questa te la potevi risparmiare
Voglio dire che ad Amatrice sono ancora all’anno zero
Lascia stare…. quello che ci frega e’ l’invidia…. comunque se l’aquila si e’ impropriamente impossessata di celestino mi pare che lo stesso abbia deciso della sua incoronazione a collemaggio e abbia voluto regalare alla citta’ dell’aquila la.bolla del perdono concedendo gratuitamente l’ondulgenza plenaria. Ora può non star bene ma cosi’ e’. Diversamente non mi pare che noi abbiamo fatto nulla per coinvolgere sulmona in tutto questo. Abbiamo abbandonato l’eremo a se stesso anche dopo i lavori molto discutibili. Dl sono stati a vedere i negroamaro ebbene uno spettacolo che mi ha tolto il fiato con la basilica come sfondo e sono stato la sera del 23 alla accensione del tripode e arrivo della torcia. Dovremmo invece imparare qualcosa da loro… anche come intercettare fondi ministeriali. Li hanno creati un settore specifico che si occupa di questo… noi giochiamo e invidiamo….
Ma cosa vuoi intercettare
I Fondi destinati all’Abbazia Celestiniana li ha scippati la Regione.Noi intercettiamo e loro scippano.
Cosi” con l’Ospedale etccc
Come la salvi Sulmona?
In verità l’ospedale di sulmona mi pare che sia l’unico nuovo tra Avezzano in stati di abbandono e quello dell’aquila ormai obsoleto. Sulla struttura non possiamo lamentarci che poi i medici, quelli bravi, preferiscano altrove….
Non ho parole. Andiamoci a riprendere Papa Celestino, forse lo vorrebbe anche lui.
Allora non si dovrebbe celebrare neanche il Natale…… ognuno celebra e festeggia come vuole…. ho partecipato all’accensione del fuoco sacro il 16 agosto,non c’era neanche un prete. È stata una cerimonia laica: Pietro da Morrone che avrebbe detto?
Signor presidente non ho nulla da obbiettare su quello che ha scritto e l’unica parola che le contesto è quando usa la parola cugini .Ma quando mai,mi faccia il piacere ……
Vorrei solo rassicurare l’anonimo Pratolano. Nessuno mette in mezzo la Madonna della Libera, ci mancherebbe
Il riferimento era solo ai festeggiamenti civili. Che a Pratola credo siano sempre stati notevoli e con artisti di grande richiamo. Il ragionamento su L’Aquila riguarda l’uso del messaggio celestiniano per giustificare una manifestazione che, se si fosse chiamata con un altro nome, non sarebbe assolutamente criticabile anzi.
Egregio Giulio,di seguito un estratto da un articolo apparso oggi sull’Huffington Post:
“Il perdono di Pietro è di tutti e in questi giorni questa città diventa tavola imbandita aperta al mondo. L’Aquila è accoglienza, qui si creano legami indistruttibili. Venite a vivere il bello, venite a bere un bicchiere d’acqua, a respirare l’aria, a mangiare il pane. Venite a immaginarla com’era prima del terremoto e capirete come L’Aquila sarebbe bella e maestosa anche se fosse un deserto, anche se fosse solo un sogno a occhi aperti o un ricordo. Venite a vivere la festa del perdono, venite a fare una visita a Pietro – il più rock tra i Papi, il più wow –, venite a cantargli una canzone, a strizzargli l’occhio, a dirgli Sei un grande, tu sì che sei un grande”
Stasera, a Collemaggio si è aperta la Porta Santa in un’atmosfera mistica ed emozionante, alla presenza di migliaia di fedeli commossi e partecipi. E domani grande festa con Gianni Morandi, si, certo, per la gioia di tutti e per strizzare l’occhio a Celestino e dirgli ancora una volta Sei un grande!
Un poeta!!!
Piuttosto che fare retorica a difesa d’ufficio di una città che non ha mai suscitato particolari emozioni, vi consiglierei di fare un grande atto di umiltà riconsegnando le sacre
spoglie del Santo ai legittimi proprietari che sono i monaci Celestini di Ferentino da cui subdolamente sono state trafugate ad opera di monaci suoi compaesani aquilini di altri tempi con la complicità di confratelli “venduti” del posto. Dica anche questo quando sponsorizza le grandi manovre turbomondialiste di propaganda della sua perdonanza.
Colpito e affondato
Riconsegnate le spoglie di Celest
Il presento aquilano può elencare tutte le onlus che riceveranno i soldi degli incassi dei concerti? (Ammesso che ci siano i paganti)…visto che ne è a conoscenza…
Guardi basta che fa un giro su internet. L’anno scorso e’ stato acquistati una apparecchiatura per il reparto neonatale dell’ospedale di Genova. Basta informarsi….. e di paganti come da bilancio dell’anno scorso verificabile sul sito del comitato perdonanza erano mediamente 4 mila per ciascun evento.
Un articolo di parte, scritto peggio e finalizzato solo ad alimentare una contrapposizione che a sulmona non fa bene…. mi sarei aspettato un commento che spingersi la città ad unirsi a questo evento religioso patrimonio Dell’UNESCO e che comunque, oltre la parte religiosa, per i commercianti sono dieci giorni di ossigeno economico. Dovremmo chiedere ai nostri imprenditori cosa ne pensano.
Ahahahha come stanno sfumazzando gli aquilani. A quanto pare è stato toccato un tasto dolente dal giornale. Un nervo scoperto che riguarda l’ennesima appropriazione di un capoluogo che è tutto fuorché inclusivo. Basta chiedere ai peligni, ai marsicano o agli altosangrini se si sentono aquilani o meno a
Questi hanno trafugato anche i resti pur di avere una festa in città
A me sembra proprio il contrario e che cioè L’Aquila rappresenta per voi quello che vorreste essere senza però poterlo mai.
Questa polemica, innestata da un articolo preparato da un pezzo e goffamente tirato fuori tempo, ne è la prova ed i vostri commenti del tutto privi di costrutto ne sono il giusto corollario.
Altro che criticare senza conoscenze.
Egregio Claudio, come tutti sanno lei compreso, Sulmona non ha bisogno di aspirare ad essere qualcos’altro come lei lascia intendere. La sua storia millenaria, il suo patrimonio artistico, i suoi personaggi storici, la sua invidiabile centralità geografica, che madre natura le ha donato e che purtroppo per voi non potrete scippare, gli consentono ampiamente di brillare di luce propria senza la necessità di andare a “trafugare” in casa d’altri. Per cui, egregio Claudio, come le ho già detto in altra occasione si guardi intorno, ed escludendo il nostro gioiello, qualunque altra località in Abruzzo le potrà dare il conforto che cerca.
Frekete che problemoni ai piedi del Morrone. Mah
la verità che noi non siamo capaci. le nostre amministrazioni i parolai ecc non sono stati capaci mai di portare una simile cosa a Sulmona destinata ad implodere tra povertà e disoccupazione. Se chi ha scritto e Mastrogiuseppe potessero trasformare Ovidio in una kermesse lo farebbero all’istante.
Ma non ne siamo capaci tra lotte intestine, pigrizia, disinteresse, incapacità, disimpegno, individualismo di ritorno.
Apperò!
Scriviamo e parliamo dell’Aquila che è molto lontana, però facciamo finta di non vedere le cospicue spese per i “ Circenses” di alcuni prodi di casa nostra.
Quello che rimproveriamo agli uni… lodiamo per gli altri.
Due pesi e due misure.
Di chi stai parlando, facci capire..
Le polemiche sulla Perdonanza aquilana che quest’anno ha scomodato persino i telegiornali nazionali per brillare come Caput mundi di tutto lo scibile umano fa riflettere e fa capire perche’ Sulmona sta precipitando:l’Aquila che con il terremoto,orrenda catastrofe,si e’ ricostruita con i miliardi negati all’intero Abruzzo ha i suoi difensori d’ufficio fra le nostre mura:mi viene il dubbio che costoro di Storia Celestiniana ne sappiano ben poco se si scandalizzano per un giudizio di uno studioso assurto ai vertici di un Comitato ad hoc:qualcuno potrebbe esaminare le pagine di un Professionista ( “certo” Prof.Raffaele Russo) sul misfatto storico del trasporto dei resti mortali di Celestino a L’Aquila assurta oggi a Capitale della Santita’:per fortuna la tecnica ingegneristica non ha ancora trovato il sistema di “spostare le montagne”:altrimenti dovremmo salutare anche il Morrone reo di ospitalita’ di una Gloria aquilana:continuiamo con i baccanali:fino a,quando si mangia tutto va ben,madama la marchesa,dicevano ai miei tempi.
..Aggiungo, che se c’è proprio qualcosa che Sulmona “invidia” al capoluogo sono i fondi a pioggia di cui usufruisce puntualmente e che custodisce molto gelosamente salvo poi spenderli allegramente per se’ stessa quando per es. si è trattato di rifare la pavimentazione del centro storico(innescando un mare di polemiche per la scelta della pietra), ad un costo superiore a quello che sarebbe servito a Sulmona per rifare il manto stradale di tutte le sue strade, pensi un po’.
E poi parlano di unità delle zone interne..
L’Aquila, città in cui regna la superbia. Chiusa all’esterno così come chiusi sono i suoi abitanti che pensano di essere al centro del mondo quando sono solamente al centro delle montagne. La storia della loro tracotanza tutto l’Abruzzo la conosce e puntualmente torna fuori ogni volta che si fa una critica al capoluogo meno apprezzato d’italia
Concordo,ma cambi pseudonimo la prego.
Ancora commenti senza costrutto. Non c’è speranza per Sulmona se questa è la media dell’apertura mentale dei suoi cittadini. Monicelli sapeva bene quello che faceva scegliendo Sulmona per il suo film.
Monicelli ha scelto Sulmona…Marsilio ha scelto L’Aquila per la “Fondazione Film Commission”.
Se tutti i Sulmonesi e NON SOLO si lamentano nei confronti dell’Aquila per il suo modus operandi…qualche riflessione seria qualcuno se la dovrebbe porre o sono tutti fuori di testa tranne gli aquilani?
Neanche lei, egregio Claudio, mi sembra molto disposto a cambiare l’angolo di osservazione. Se lo facesse, oltre che migliorare la sua di apertura mentale, probabilmente darebbe più credibilità ai suoi commenti. Lei on fondo, sponsorizza il capoluogo, dovrebbe dirci qualcosa di diverso da ciò che già conosciamo…purtroppo.
Voleva infatti girare all’Aquila ma ha capito che Sulmona era una location molto ma molto più attraente .!!!
STA A SULMONA FARE UNA VERA FESTA RELIGIOSA PER CELESTINO DEGNA DI LUI.
IN OCCASIONE DELLA CONSEGNA DELLA FIACCOLA, PRIMA DEI CAROSELLI E SALTIINBANCHI AQUILANI.
CREAIAMOLA.
Subito un referendum per far cambiare il capoluogo all’Abruzzo. Sarebbe un plebiscito contro L’Aquila che prenderebbe solo i voti a Cansatessa e Pettino
Caspita che idee nuove e che altissima aspirazione,
quella di passare da un padrone all’altro.
Idee concrete mai, ci deve essere sempre un santo protettore di turno, sennò la colpa è degli altri: Regione, Provincia, TUA, ASL, FS, INPS, Banche, Pubblica Istruzione tutti coalizzati contro Sulmona da quel che leggo nei vostri equilibrati commenti. Ma non vi viene mai qualche dubbio?
Questa volta ha proprio ragione.
Noi andiamo sempre in cerca di un santo protettore momentaneo e non lo troviamo mai..al contrario dell’Aquila che non ha bisogno di trovarli…li ha tutti a disposizione…magari se ce ne suggerisce qualcuno le saremmo grati
Le suggerisco per il futuro di votare per l’amministrazione una persona del livello del Sindaco dell’aquila in fatto di combattivita’ decisione spirito di iniziativa e capacita’ di creare rapporti con la capitale. Certo se lo standard e’ l’attuale nostri sindaco….. allora si che possiamo dormire sonni tranquilli…. non abbiamo avuto negli ultimi 15 anni una amministrazione degna di essere definita tale…
Leggendo i commenti, mi vien da pensare che le prime persone che dovrebbero genuflettersi davanti a Collemaggio sono proprio gli abitanti di Sulmona.
Tanta invidia (un vizio capitale figlio della superbia) che comunque, nel caso dei peccatori Sulmontini, è oggettivamente ed umanamente comprensibile.