“Si diramano le minacciose nubi che in questi anni si sono addensate sulle carceri abruzzesi e molisane”. Con queste parole il vice segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Mauro Nardella annuncia il ritorno a Pescara del Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria Abruzzo e Molise. A guidarlo, molto probabilmente, il dottore Pier Paolo D’Andria.
Sembra abbia sortito effetto l’invito rivolto dal sindacato alle istituzioni di riportare nella città abruzzese la sede di un’ente “cancellato più di dieci anni fa dalla geografia amministrativa delle istituzioni penitenziarie italiane da chi – sottolinea il sindacato – pensando molto male di fare bene, cercò di fare spending review”. Attuando politiche che hanno inciso negativamente su “diritti e sulla salute di tanti operatori penitenziari abruzzesi e molisani” continuano dal sindacato oggi soddisfatto nel vedere “restituito il maltolto” a chi ha sofferto le conseguenze di decisioni prese da chi “ha agito senza ascoltare gli addetti ai lavori”. E arrivando ad accorpare il provveditorato di Abruzzo e Molise con quello del Lazio, ha “complicato in maniera disastrosa il clima penitenziario di queste regioni”.
Un errore che Mauro Nardella spera non venga più commesso dal Governo che ora “ha restituito all’Abruzzo e al Molise ciò che gli apparteneva di diritto”. “Così come siamo felici di aver restituito anche all’Umbria la stessa cosa” aggiunge il vice segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria che ringrazia “chi si è reso autore di questa decisione”. Una soddisfazione cui potrebbe aggiungersene un’altra se a capo del DAP fosse confermato il nome di Lina Di Domenico, un abruzzese la cui presenza sarebbe “un duplice motivo di orgoglio”.
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