Pecunia non olet, bagni pubblici a pagamento: cinquanta centesimi per ogni “bisogno”

Cinquanta centesimi per ogni “bisogno”. Dopotutto, anche l’adirato Tito dovette ammettere di non sentire alcun odore di urina dalle monete provenienti dalla centesima venalium, che il padre Vespasiano gli mise sotto il naso. Pecunia non olet anche per Sulmona, pronta a far pagare cinquanta centesimi per la fruizione di servizi igienici pubblici, sia in viale Roosevelt e sia in via Federico II.

Questo è quanto determinato dalla deliberazione del Commissario prefettizio. Tariffa che verrà applicata solo dalla data (ancora incerta) dell’affidamento del servizio di gestione e custodia dei servizi. Si dovranno attendere gli indirizzi da formulare al Dirigente della IV ripartizione, Domenico Giannetta, per dare il via all’affidamento a terzi del servizio anche di custodia e fornitura del materiale.

Se sarà la svolta per la lotta al degrado lo confermerà solo il tempo. I bagni pubblici ovidiani sono tornati funzionanti dallo scorso luglio, assieme a un’apposita sezione riservata ai bambini neonati con tanto di fasciatoio. Servizi rimessi a nuovo, puliti due volte ogni giorno, con apertura dalle 7 alle 19, ma soprattutto gratuiti. Almeno fino alla prossima tirata di sciacquone.

3 Commenti su "Pecunia non olet, bagni pubblici a pagamento: cinquanta centesimi per ogni “bisogno”"

  1. forse è obbligatorio prevedere anche il pagamento con carta (vedi parchimetri).

  2. Nella determinazione del commissario prefettizio non sono previste eccezioni, sarebbe invece cosa buona e giusta che fosse prevista un esclusione dal pagamento per i bambini sotto i 10 anni e per le persone con disabilità.

  3. Il cesso si paga ovunque. Evidentemente non uscite mai da Sulmona. Non fate sempre polemica.

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